Ospedale civile declassato Comune contro la Regione

Votata all’unanimità una mozione che chiede di revocare la decisione presa passato anche l’emendamento che approva lo slittamento della tassa di sbarco
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 25.10.2017.- Lavori in corso facciata Ospedale civile di Venezia fondamenta mendicanti.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 25.10.2017.- Lavori in corso facciata Ospedale civile di Venezia fondamenta mendicanti.

VENEZIA. Maggioranza e opposizione compatte a difesa del Civile di Venezia. È passata all’unanimità, ieri sera a Ca’ Farsetti, la mozione con cui viene chiesto a Luca Zaia e al Consiglio Regionale di fare marcia indietro sul declassamento dell’ospedale in campo Santi Giovanni e Paolo Il, che da ospedale presidio di rete è diventato ospedale di base (la qualifica più bassa tra quelle previste). Con lo spettro di una riduzione di finanziamenti e servizi che ha già fatto infuriare i residenti. «Venezia, città metropolitana, è il capoluogo del Veneto» si legge nella mozione «la qualità, la certezza di prospettiva prestazionale del servizio sanitario rappresenta, con tutta evidenza, una delle principali condizioni per garantire la “vitalità socioeconomica” della città e delle persone che la vivono”». Ecco allora che, in vista della mobilitazione cittadina prevista domenica alle 11 davanti all’ospedale veneziano, il fronte compatto di consiglieri comunali chiede a Zaia un’audizione nella commissione sanità della Regione per sottolineare le specificità cittadine, come ad esempio la difficoltà di collegamento tra isole e terraferma. In più, anche un intervento normativo (nell’ambito della trattativa per l’autonomia del Veneto o nella stesura della Legge Speciale). a tutela della specificità veneziana.

Nella seduta di ieri, intanto, il Consiglio comunale ha approvato il rinvio del contributo d’accesso a settembre e ratificato l’entrata di 1,5 milioni di euro (al posto dei 3 inizialmente previsti) nelle casse cittadine per il 2019. Di questi, però, solo 500 mila euro saranno destinati alle spese di manutenzione della città. Il restante milione se ne andrà per costi di funzionamento dell’imposta. In attesa dell’entrata a pieno regime della tassa di sbarco, prevista nel 2020, ieri il Comune ha dato l’ok al bilancio di previsione per gli esercizi finanziari 2019 - 2021, che incorporerà gli introiti previsti nel triennio per la tassa di sbarco. Nei giorni scorsi, aveva suscitato stupore il cambio di strategia voluto da Ca’ Farsetti per il rinvio dell’imposta che dovrebbe risolvere i cronici problemi di sovraffollamento turistico. Oltre allo slittamento a settembre, dovuto, secondo il sindaco Brugnaro, a problemi logistici con i vettori, Trenitalia in primis, anche la stima è stata rivista al ribasso. Sul punto, pesanti critiche sono arrivate dal Pd. I cui emendamenti al bilancio di previsione, presentati ieri in Consiglio Comunale, sono stati bocciati. È stata chiesta una parità di trattamento tra i parenti dei residenti di Venezia e Mestre (questi ultimi devono pagare). Sul punto, da parte della Giunta c’è stata un’apertura al confronto per valutare l’eventuale disparità di trattamento. «È evidente» il commento di Monica Sambo, capogruppo Pd « che il sindaco non è riuscito a gestire i flussi». —

Eugenio Pendolini

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