«Ospedale Chioggia Ora investiremo sul blocco parto e su emodialisi»

La trasformazione dell’ospedale, la sanità territoriale, i rapporti con l’hub di Mestre. A 7 anni dall’arrivo di Giuseppe Dal Ben alla guida dell’Usl di Chioggia (prima assieme a Piove di Sacco nell’Usl 14, poi assieme a Mestre Venezia nella Serenissima ndr), si può fare un bilancio di come la risposta sanitaria si è modificata.
Dottor Dal Ben, come ha trovato l’ospedale al suo arrivo e quali sono state le sue prime azioni?
«Mi è stata affidata l’ex Usl 14 alla fine del 2011. La prima cosa che ho fatto è stata prendere visione personalmente dei servizi, sia ospedalieri che territoriali, per capire dove e come si poteva intervenire per migliorarli a vantaggio del cittadino. Negli anni precedenti al mio arrivo, l’ospedale di Chioggia, dal punto di vista strutturale, era stato interessato principalmente da un restyling sulla parte est delle degenze del monoblocco. C’era ancora molto da fare se si desiderava aggiornarlo strutturalmente sia per un ammodernamento degli spazi che per una maggiore garanzia degli stessi con interventi di antisismica e antincendio. Per questo, a partire da marzo 2012, ho dato avvio a un vasto intervento di riqualificazione di tutto il complesso ospedaliero, sfruttando un finanziamento regionale di oltre 19 milioni di euro».
Quali sono le mutazioni più importanti che ha subito l’ospedale in questi 7 anni?
«Sicuramente è stato importante rafforzare e ammodernare la rete della emergenza-urgenza. Chioggia è una città che, per la sua collocazione geografica, con la Romea che la separa dall’ospedale hub di Mestre, e per la sua vocazione turistica, necessitava di un Pronto soccorso efficace e tecnologicamente moderno. Oggi possiede un Pronto soccorso di 1500 metri quadrati, pensato guardando al futuro, che fa riferimento alla nuova Terapia intensiva (collocata nello stesso polo delle emergenze ndr) di quasi 1000 metri quadrati che ha visto un potenziamento dei posti letto (da sei a otto), e alle nuove sale operatorie per rispondere alle più attuali esigenze, soprattutto in caso di traumi importanti. È un ospedale che ha cercato di evolversi anche nei punti di collegamento con l’hub di Mestre. Quello di Chioggia è l’unico ospedale nel Veneto che si può raggiungere via terra, via aria con l’elisoccorso, ma anche via acqua, grazie al pontile realizzato per l’approdo dell’idroambulanza. È l’unico ospedale “completo” nei servizi che dista pochi minuti dalla spiaggia. Elemento importante per garantire maggiore sicurezza anche ai numerosi turisti».
Dopo sette anni di interventi, c’è ancora qualcosa da realizzare?
«Certo, non ci fermiamo qui. Abbiamo ancora 6 milioni e mezzo di euro da spendere. Con questo finanziamento regionale vogliamo riqualificare l’emodialisi, realizzare il nuovo blocco parto e l’endoscopia. Continuando sempre a porre attenzione alla sicurezza con l’adeguamento sismico e antincendio. Progetti su cui stiamo già lavorando».
Prospettive per la sanità territoriale, in particolare hospice e ospedale di comunità di cui si parla da anni?
«Stiamo lavorando. La delibera regionale 1714 del 24 ottobre 2017 prevede 20 posti letto di ospedale di comunità nel Distretto di Chioggia. L’ipotesi progettuale prevede di realizzarlo a Villa Verde. Nell’attesa dei lavori necessari per adeguare Villa Verde, stiamo pensando a un’attivazione temporanea, già da questo autunno, al primo piano dell’ala sud-est del monoblocco con 12 posti letto. Stiamo lavorando anche per l’hospice. La stessa delibera del 2017 prevede cinque posti letto nel Distretto di Chioggia. L’ipotesi progettuale ne individua la realizzazione al piano terra di Villa Verde, nei locali che saranno lasciati liberi da Centro antidiabetico e Serd quando saranno trasferiti in Villa Bianca. La dislocazione del servizio avrà comunque carattere temporaneo, perché è prevista la dislocazione definitiva all’esterno dell’area ospedaliera, in una sede dedicata, realizzata dal Comune».
Rapporti con hub di Mestre, cosa ne ha guadagnato o perso Chioggia?
«È importante guardare la nascita della grande Usl 3, con l’accorpamento dei Distretti di Venezia Mestre, Mirano Dolo e Chioggia, in un’ottica completamente positiva. Essere uniti permette una maggiore e più efficace integrazione e una multidisciplinarietà tra i vari ospedali, a vantaggio dei pazienti. Alcuni interventi che prima potevano essere eseguiti solamente con lo spostamento del paziente a Mestre ora, per casi selezionati, si possono effettuare a Chioggia con il professionista di Mestre che raggiunge l’ospedale di rete. Grazie a questa integrazione è possibile anche aprire nuovi servizi, ricordo la recente attivazione dell’ambulatorio di Odontostomatologia. Inoltre, i professionisti degli ospedali di rete possono usufruire di tecnologie all’avanguardia e operare a Mestre».
La sanità a livello nazionale vive grossi problemi di organico, a Chioggia esiste questo problema?
«Come evidenziato da mesi dalla Regione e da tutte le Usl del Veneto, il problema del reperimento del personale medico è dovuto a un’errata programmazione a livello nazionale. Per far fronte a questa emergenza la Regione è in prima linea con proposte e investimenti e la nostra Usl 3 ha adottato tutti i procedimenti possibili per garantire la continuità dei servizi, a esempio con incarichi libero professionali. A Chioggia mancano 27 risorse nel comparto sanitario (medici, ma anche fisioterapista, tecnico della prevenzione, logopediste), mentre sono al completo gli infermieri e gli operatori sanitari». —
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