Ormeggi e bricole rotte, missione a Venezia
L’assessore Trapella con i pescatori all’ex Magistrato alle Acque per definire gli interventi
CHIOGGIA. «La prossima settimana incontrerò, a Venezia, il dirigente del Provveditorato, nell’ennesimo tentativo di definire tempi e modi dei possibili interventi sugli ormeggi», ha detto l’assessore. «Allora vogliamo esserci anche noi pescatori». È nata da uno scambio di battute, simile a quello riportato sopra, l’iniziativa che vedrà una delegazione cittadina, formata dall’assessore comunale alla pesca, Patrizia Trapella, e da alcuni rappresentanti della marineria, recarsi a Venezia negli uffici dell’ex magistrato alle acque, per cercare una soluzione al problema degli ormeggi che, di giorno in giorno, diventa sempre più grave.
L’incontro che si è svolto venerdì pomeriggio al mercato ittico, è stato “caldo”: l’esasperazione dei pescatori, che non riescono più ad attraccare in sicurezza al mercato ittico, e rischiano le chiglie delle barche sugli spuntoni dei pali sommersi, è ai massimi livelli e qualcuno ha ipotizzato anche forme di protesta clamorose. L’assessore Trapella ha presentato l’elenco di tutte le iniziative intraprese dall’amministrazione comunale per cercare di risolvere il problema, evidenziando anche come la richiesta di un contributo alla Fondazione della pesca, abbia ricevuto risposta negativa, come la competenza sugli ormeggi sia del Provveditorato e come l’unico possibile finanziamento, finora, sia un bando europeo da 135 mila euro al quale il Comune ha partecipato di recente. I pescatori hanno, però, ricordato che le bitte di ormeggio, sulle rive, quelle sì, sono di competenza comunale e che proprio in fondamenta san Domenico, dopo l’innalzamento a protezione dall’acqua alta, anni fa, sono state tolte e che l’asfaltatura, prevista entro fine anno, del piazzale del mercato ittico, potrebbe essere l’occasione per sistemare quelle esistenti. Per i pali e le bricole, però, occorre l’accordo con il Provveditorato del quale, appunto, la prossima settimana, potrebbero essere poste le premesse. Marco Spinadin, rappresentante di Federcoopesca, ha allargato l’orizzonte anche agli altri canali e aree portuali.
«Comune, Capitaneria, Provveditorato, Autorità portuale», ha detto, «devono cercare insieme di definire nuove zone di ormeggio: gli spazi ci sono, penso al lato cementificio del canal Lombardo, o al vecchio porto dei Saloni, e sarebbe possibile anche pensare a strutture galleggianti di supporto. Spostando 10-15 barche dal canale san Domenico si libererebbero la banchine di attracco al mercato ittico e tutta l’attività peschereccia se ne gioverebbe».
Diego Degan
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