Orgoglio padano: pochi veneziani a Bergamo, tante defezioni

MESTRE. Un pulmann organizzato dal Sandonatese e gruppi di auto, almeno sei, date in partenza da Mestre. Il popolo leghista del Veneziano cerca di essere presente stasera a Bergamo alla serata dell’”orgoglio leghista”. Ma tra gli esponenti veneziani del Carroccio mancheranno tanti nomi noti.
A partire dalla presidente della provincia Francesca Zaccariotto. «Non posso lasciare San Donà per degli impegni ma sarò lì mentalmente», ci dice.
Non ci sarà neanche Alberto Mazzonetto, ex consigliere comunale e oggi presidente dell’Ater. È in vacanza con la famiglia. «Sono via con la mia famiglia e non ce la farò ad esserci a Bergamo».
Se gli si chiede se mantiene ben saldo l’orgoglio di leghista, il politico taglia corto e chiude la comunicazione: «Su tutta questa vicenda io preferisco mantenere la cautela e vedere che succede».
Cercherà di arrivare a Bergamo ma ci mette comunque un punto di domanda, per gli impegni di mercoledì a Roma in parlamento, anche il deputato Corrado Callegari. «Cercherò di esserci a Bergamo ma devo capire se riesco a conciliare poi la partenza per Roma. Ma ci voglio essere, eccome». e Giovanni Furlanetto, consigliere regionale veneziano, non sarà all’appuntamento dei Lumbard: «Ci sono impegni in Consiglio regionale già oggi e poi ci sono gli appuntamenti elettorali. Insomma, credo proprio che non andrò. Comunque ci saranno tanti veneziani che parteciperanno e faremo sentire la nostra voce».
Sarà all’appuntamento invece il capogruppo del Carroccio in consiglio comunale Alessandro Vianello che partirà in auto assieme a vari iscritti: «Maroniano o bossiano? Io sono leghista», taglia corto sulle beghe interne al suo partito.
«Da Mestre credo riusciremo ad organizzare sei macchine almeno. Pulmann no perché non c’è stato il tempo, l’appuntamento è stato organizzato in fretta. Noi mestrini ci saremo, altri come quelli da Mira e Mirano faticheranno per le campagne elettorali in corso. Comunque tutti si stanno organizzando in giro per la provincia».
La parola d’ordine tra i leghisti veneziani è calmare il grande polverone, sollevato dall’inchiesta che ha costretto alle dimissioni Bossi e poi anche il figlio Renzo.
Callegari spiega: «Sono sincero, la gente in questi giorni dimostra il suo orgoglio soprattutto più che la sua arrabbiatura. Lo percepisco anche nelle piazze, come quelle di Mestre, che sto girando per la campagna elettorale. C’è molto da chiarire e questo la nostra gente lo sa». E sulle dimissioni di Bossi e del figlio, Callegari spiega: «Anche il figlio di Bossi si è dimesso. Mi permetto di far notare che non ci sono mica tanti partiti in cui ci si mette da parte. Noi siamo capaci di farlo, invece».
«Sono momenti difficili, questi, in cui si mette in discussione tutto e serve lanciare un messaggio di credibilità», spiega Francesca Zaccariotto. «Bisogna unire il gruppo per affrontare questi momenti difficili. Dividerci non serve, occorre unirci. Un uomo non fa un partito, lo fa una squadra e se la squadra è sana si va avanti. E comunque anche Bossi si è dimostrato coerente».
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