Ordine degli avvocati, elezioni a rischio

VENEZIA. Colpo di scena inaspettato sulle elezioni per il Consiglio del’’ordine degli avvocati. Ieri, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dall’Associazione nazionale avvocati italiani, che ha chiesto la sospensione del regolamento sul punto delle modalità di elezione dei componenti dei Consigli degli ordini forense.
Così, il presidente veneziano Sandro Grandese ha convocato con urgenza l’attuale Consiglio per domani, venerdì: il rischio è che le elezioni, che avrebbero dovuto iniziare lunedì 23 febbraio per eleggere il nuovo Consiglio, vengano sospese in mancanza di un regolamento valido. Nel frattempo, il vecchio Consiglio resterà in carica, in attesa che il Tribunale amministrativo regionale del Lazio affronti il merito delle contestazioni avanzate dai legali dell’Anai, in particolare quella che il voto di lista non garantirebbe la minoranza. Nell’ordinanza della quarta sezione del Consiglio di stato si legge che l’istanza cautelare, quella della sospensione del regolamento, è accolta anche ai fini della «sollecita fissazione dell’udienza di merito».
La decisione di rinviare le elezioni spetta naturalmente al Consiglio dell’ordine, che per domani ha convocato, per chiedere una consulenza sull’ordinanza, un avvocato amministrativista, ma sembra che la strada da percorrere sia obbligata, comunque la decisione ufficiale verrà presa domani, tre giorni prima che prenda avvio la tornata elettorale. In lizza c’erano già tre liste, quella «Per il rinnovamento» sponsorizzata dalle associazioni forensi di tutta la provincia e che punta sull’avvocato Paolo Maria Chersevani come presidente, quella di «Progetto Avvocatura», che vede come capolista l’avvocato Diego Manente, e infine, quella «Indipendente» composta da soli otto candidati, tutti molto giovani, nessuno dei quali punta alla presidenza.
Gli avvocati veneziani sono più fortunati di quelli di alcune altre città, dove le elezioni per i nuovi consigli si sono tenute alla fine di gennaio o nelle prime settimane di febbraio, come a Treviso.
Grazie alla decisione del Consiglio di Stato, è facile da immaginare che basta il ricorso di un legale che non è stato eletto per annullare le elezioni, visto che il regolamento sulla base del quale sono state tenute le consultazioni è stato sospeso in attesa della decisione di merito del Tar del Lazio.
Giorgio Cecchetti
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia