Opposizione all’attacco «La barca ristorante non doveva stare lì»
PORTOGRUARO. Tempesta politica dopo il sequestro della San Lunardo, la barca ristorante sul Lemene sequestrata dai carabinieri. Esiste una convenzione tra Comune di Portogruaro e la Verderame, società che gestisce la San Lunardo ormeggiata in Dogana, per «l'utilizzo dell'imbarcazione e per la promozione del turismo». E mentre il proprietario della barca, uno dei denunciati ovvero il concordiese Daniele Marson, parla di un «complotto» ai suoi danni, ci si concentra sull'attività della barca e sui permessi. «Siamo furibondi, l'amministrazione ci deve spiegare» ha riferito Graziano Padovese, leader della forza di opposizione «perchè quella barca si trovava lì, quando non avrebbe dovuto essere ormeggiata. In teoria avrebbe dovuto semplicemente navigare. In più rientra nell'ambito delle attività del parco Lemene Reghena. E chi è il presidente del parco Lemene Reghena? La sindaca Maria Teresa Senatore». Il primo cittadino ieri non ha voluto parlare. Per l'assessore al Commercio Luigi Geronazzo, però «a noi risultava tutto a posto, l'imbarcazione aveva ricevuto permessi da Venezia». Gli stessi proprietari della barca ritengono che avevano tutti i permessi per fare ristorazione all'interno del natante. «I controlli sanitari» ha aggiunto Marson «li abbiamo sempre superati e anzi, dall'azienda sanitaria ci facevano i complimenti per il nostro lavoro. Torneremo presto. Ci hanno fermato solo per un abuso edilizio».
Per i carabinieri non è così, c'è dell'altro: non si poteva adibire la barca a ristorante e non erano rispettati vincoli ambientali. In più si conferivano i rifiuti in modo scorretto nel Lemene. —
R.P.
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