Operaio muore schiacciato all’Alcoa

Sotto choc il collega che guidava il carrello. Seconda vittima in 18 mesi
MARGHERA. Un’altra morte sul lavoro. Un altro morto all’Alcoa, azienda che fa della sicurezza per i suoi lavoratori un vanto. Ieri mattina Mauro Calzavara, 51 anni, è stato schiacciato da un sollevatore carico di rotoli di lamiera. L’uomo è morto sul colpo. I suoi compagni sono scesi in sciopero mentre la polizia, su ordine del magistrato di turno, ha sequestrato la zona dove è avvenuto l’incidente. Calzavara che da poco si era trasferito a San Donà di Piave era originario di Gaggio di Marcon. Lavorava in quell’ azienda da ben trent’anni, prima a Porto Marghera e da dieci anni a Fusina.


Mauro Calzavara è stato delegato della Fiom, poi da qualche anno era iscritto alla Uil. Un uomo cordiale molto attento alle problematiche del mondo del lavoro, in particolre a quelle legate alla sicurezza sul posto di lavoro. Da dieci anni lavorava al laminatoio e si occupava di controllo di qualità. Trent’anni di alluminio, di battaglie sindacali, di scioperi, di lavoro ai forni. E da poco la soddisfazione di poter vivere nell’abitazione che si era ristrutturato in via Rosa a San Donà, nella quale viveva con la compagna. Prima stava a Marcon. Questo trasferimento lo obbligava a un tragitto decisamente più lungo per raggiungere il posto di lavoro. Ma la soddisfazione di vivere in quella casa messa a nuovo valeva ben il disagio del pendolarismo.


La dinamica. Tutto questo ieri, alle 12.50, si è fermato. E’ stato spazzato via con violenza da un carrello elevatore che trasportava una bobina di alluminio. Quintali e quintali di metallo e quintali di carrello che travolgono e poi schiacciano l’operaio. L’uomo stava attraversando, in pausa pranzo, una parte del capannone che ospita la rifinitura del prodotto. Il collega che guidava il carrello non ha visto nulla. Si è fermato solo quando ha sentito il mezzo sobbalzare. E’ sceso ha guardato sotto alle ruote e ha visto il corpo straziato di Mauro. Ha avuto la forza di chiedere aiuto, di gridare il nome del collega. Una, due, tre volte. Un nome pronunciato tra le lacrime. Disperato, non si dava pace. Camminava come un automa, mentre i primi soccoritori cercavano di rianinare Calzavara. Ma è stato inutile.


Sotto choc. L’operaio è morto sul colpo. Sul posto polizia e Spisal. Il medico del Suem ha constatato la morte. Il collega che lo ha investito ripete a tutti di non aver visto nulla. Altri testimoni non ci sono. All’operaio alla guida del carrello sollevatore è stata affiancata una psicologa. Sotto choc, non riusciva più a parlare. Solo nel tardo pomeriggio la polizia è riuscita a interrogarlo. Sigilli. La zona dell’incidente è stata sequestrata dalla polizia come del resto il carrello sollevatore. Da ieri la produzione è stata bloccata, considerato che l’incidente è avvenuto nei pressi di un forno. Il pm Rita Ugolini ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Oggi nominerà il medico legale che dovrà eseguire l’autopsia sul cadavere dell’operaio. Questa mattina assemblea dei lavoratori e sciopero per tutta la giornata. L’Alcoa ha annunciato una propria inchiesta interna svolta da tecnici provenienti dalla casa madre americana e da altri stabilimenti europei.


Il precedente. Il 14 gennaio dello scorso anno, sempre nello stabilimento di Fusina della più grande multinazionle dell’alluminio, un altro incidente mortale. Paolo Bellunato, operaio di 48 anni di Oriago di Mira, era morto schiacciato fra due bancali di lamiere mentre lavorava, da solo, all’interno del capannone delle spedizioni. Era un sabato. Stava manovrando un paranco tramite un comando a distanza quando era stato travolto dal carico di alluminio. Bellunato era stato subito soccorso da un collega, che l’ha trovato ormai agonizzante in un lago di sangue. Inutile anche il successivo tentativo di rianimarlo dei sanitari del Suem. Il sindacato anche allora parlò di «una morte annunciata» e contestò all’azienda di essere più impegnata a promuovere l’immagine che a investire per ridurre i rischi per i lavoratori. L’Alcoa da parte sua può vantare premi internazionali in tema di sicurezza sul luogo di lavoro.

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