Offese a Silvia Olivetti, convertita all'Islam: tassista a processo

MARGHERA. Per due mesi, tra maggio e giugno dello scorso anno, aveva “imbrattato” la pagina Facebook Silvia Layla Olivetti, con frasi ingiuriose e diffamatorie. Ma soprattutto il tassista di Novate Milanese, Luca Ferrari, diffamava la scrittrice e fondatrice del movimento per i diritti dei musulmani in Italia per essersi convertita all’Islam. Il processo davanti ai giudici milanesi inizierà il 10 marzo.
In Procura a Venezia invece c’è un altro procedimento a carico di ignoti e di persone conosciute per altre offese e minacce. Silvia Layla Olivetti è assistita dal legale milanese Michele Spadaro. Nei confronti di Olivetti, Ferrari non era stato di certo un “signore”, anzi. Le frasi che le aveva “dedicato” andavano da “cagna, con la tua foto oggi mi sono pulito il...”, a “razzista di m...filopedofila”.
E mentre il signor Ferrari si faceva prendere dalla tastiera e si sbizzarriva con gli insulti, Silvia Layla Olivetti screenshottava i post del tassista. Raccolto in due mesi parecchio materiale, la donna si è rivolta al legale di fiducia e quindi è scattata la denuncia. Ora arriva il rinvio a giudizio di Ferrari per il reato di “diffamazione con mezzo diverso dalla stampa con l’aggravante della discriminazione religiosa”. Infatti a scatenare il tutto è il fatto che Olivetti sia una musulmana. Va sottolineato che l'uomo è disposto a pagare per trovare un accordo con Olivetti. Nel frattempo la Procura di Venezia, per il procedimento aperto in laguna che riguarda episodi simili, ha fatto sequestrare il pc del tassista.
Secondo gli investigatori della Digos veneziana le minacce di cui si occupa la magistratura veneziana provengono da ambienti vicini a Ferrari. Da anni Silvia Layla Olivetti è vittima di minacce, più o meno velate su Facebook e di lettere minatorie recapitate nella sua abitazione ma anche nel centro di preghiera islamico che frequenta a Marghera. Numerose le denunce in Procura e alla Digos. Lei sostiene che il tutto è iniziato nel momento in cui, alcuni anni fa, ha creato il Movimento per la Tutela dei Diritti dei Musulmani in Italia. Lei è un'italiana che si è convertita all'Islam e ha sposato un egiziano con il quale vive a Marghera. Lei stessa ha segnalato alla Digos e ai carabinieri da dove proviene parte delle minacce e i numeri di targa di auto sospette che passavano davanti a casa sua poco prima di trovare le lettere minatorie.
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