Nuova mala del Brenta: 32 anni

Caorle. Pesanti pene a 7 pregiudicati accusati anche della tentata rapina a un blindato della Maxima

CAORLE. Una sfilza di condanne esemplari, per un totale di quasi 32 anni di reclusione.

Così si è concluso il processo – con rito abbreviato – che vedeva imputate a Pordenone per rapina (la prima delle quali messa a segno alla filiale di Zoppola della banca Friuladria il 23 dicembre 2013), furto aggravato e porto abusivo d'armi sette componenti della cosiddetta “banda delle maschere”, considerata parte della nuova “mala del Brenta”, attorno a cui gravitavano pregiudicati di vario spessore.

Nel filone pordenonese di un più ampio procedimento veneziano, il gip Roberta Bolzoni (pm Maria Grazia Zaina) ha dunque condannato a 6 anni di reclusione, più 1.600 euro di ammenda, Michele Gelain, 48 anni, di Venezia, detenuto nel carcere di Bologna; 5 anni e 4 mesi, più 1.400 euro di ammenda a Marco Carraro, 41 anni, residente a Fossò (ai domiciliari con braccialetto elettronico) e nipote di Costante Carraro, 66 anni, già braccio destro di Felice Maniero; stessa pena (5 anni, 4 mesi e 1.400 euro) per altri due imputati, ovvero Riccardo De Piccoli, 46 anni, residente a Mestre, pure lui ai domiciliari con braccialetto elettronico, e Gianni Buriollo, 60 anni, residente a San Donà e sottoposto alla misura dei domiciliari, ma attualmente ricoverato per gravi problemi di salute; 5 anni e 1.400 euro di multa a Delfino Fincato, 59 anni, di Codevigo, detenuto a Treviso.

Pene minori per gli ultimi due implicati nella vicenda, entrambi agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico: il giudice ha inflitto 2 anni, 5 mesi e 10 giorni più 720 euro di ammenda a Dario Hollomn, 35 anni, residente a Marghera, e 2 anni e 2 mesi più 500 euro a Pamela Scarpa, 41 anni, pure lei di Marghera.

Gelain e Fincato, in particolare, erano due degli attori principali della banda e gli inquirenti avevano attribuito a loro la rapina alla Friuladria di Zoppola, che aveva fruttato 2 mila 830 euro, sottratti dai due uomini, travisati da una maschera in lattice e armati di pistola, puntata contro i dipendenti.

I due, un paio di giorni prima, per compiere la rapina avevano rubato un'auto a Mira e le targhe di un'altra vettura a Sacile. Gelain, De Piccoli, Hollomon, Buriollo e Carraro erano inoltre accusati della tentata rapina a mano armata a un furgone portavalori della Maxima Spa a Caorle il 14 marzo 2014. Stesso reato contestato a Pamela Scarpa, assieme a Gelain, De Piccoli, Carraro e Buriollo, per avere sottratto 850 euro a un dipendente della Maxima, che aveva prelevato i soldi da un'agenzia della Easyplay di Noventa di Piave: «Tira fuori i soldi sennò ti sparo», la frase pronunciata dai rapinatori a volto mascherato. Il legale di Buriollo, Guido Galletti, ha annunciato il ricorso in appello.

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