Nuova cittadella dello sport il Comune finanzia il progetto

SAN DONÀ. Cittadella dello sport, il Comune si affida a un masterplan per riprogettare le strutture sportive della città nei prossimi 20 o 30 anni. Si tratta di una scelta molto importante per lo...
(CRUCCU) SAN DONA' DI PIAVE 30/10/2011 MATTEO BOEM.SANDONAJESOLO (MAGLIA BIANCA) VS PORDENONE...
(CRUCCU) SAN DONA' DI PIAVE 30/10/2011 MATTEO BOEM.SANDONAJESOLO (MAGLIA BIANCA) VS PORDENONE...
SAN DONÀ. Cittadella dello sport, il Comune si affida a un masterplan per riprogettare le strutture sportive della città nei prossimi 20 o 30 anni. Si tratta di una scelta molto importante per lo sport nel Basso Piave alle prese con il suo futuro. Nel prossimo Consiglio comunale saranno deliberati 19 mila euro per questo studio di lungo periodo che punta a riordinare l’area sportiva attorno a via Unità d’Italia. Qui sorgono il palazzetto dello sport, poi i campi da rugby e poco distante lo stadio Davanzo con i due campi di allenamento, cui ne dovrà essere aggiunto un terzo a seguito della chiusura dello stadio Zanutto.


Il sindaco Andrea Cereser sta pensando in grande consapevole che lo sport è molto seguito con le tante discipline che si praticano a San Donà, punto di riferimento per tutto il Basso Piave e anche per il litorale. San Donà è stata la prima città sportiva d’Italia, ai tempi in cui l’allora assessore allo sport Alberto Gobbo veniva invitato alle trasmissioni televisive per raccontare il fenomeno sportivo di questa città che aveva uno stupefacente rapporto tra iscritti alle associazioni sportive e abitanti.


Da allora, ormai più di vent’anni fa, molte delle strutture sportive si sono progressivamente deteriorate, hanno perso smalto e appeal. E oggi San Donà non è più la città sportiva per eccellenza a livello italiano. Le sue potenzialità restano comunque immutate perché la passione per lo sport è sempre forte e anche le varie tifoserie sono sempre appassionate.


Basta ricordare la storia radicata del rugby razza Piave, del calcio fucina di campioni, di pallacanestro, volley, ciclismo e via elencando. Sono cresciute le arti marziali, le palestre, il fitness, la danza in tutte le forme. Oggi piace tanto l’atletica, anche a livello amatoriale e per tenersi in forma, poi nuove discipline quali il nordic walking.


Ma le strutture sportive sono un aspetto fondamentale e devono essere la base dalla quale ripartire. In questo contesto nasce l’idea di uno studio, un vero e proprio masterplan che possa considerare la riprogettazione da qui a 20 o 30 anni. Il palasport Barbazza è ormai insufficiente per ospitare le tante discipline sportive che vi si praticano. Poi ci sono i campi da rugby e soprattutto quelli del calcio che attorno al Davanzo faranno crescere i nuovi campioni una volta tramontata l’èra dello Zanutto.
(g.ca.)


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