«Numero chiuso per il prossimo Carnevale»

Marco Scurati (Comitato turismo sostenibile) propone la sperimentazione per la Piazza

Perché non sperimentare Piazza San Marco a numero chiuso durante il prossimo Carnevale? È questa la proposta lanciata ieri dal veneziano Marco Scurati del Comitato Turismo Sostenibile, in occasione del convegno all’Università Ca’ Foscari “Il patrimonio culturale».

L’idea di limitare il salotto più bello del mondo soltanto a chi prenota in anticipo, è ormai da mesi in circolazione, ma nessuno ancora ha fatto il primo passo per concretizzarla: «Durante la campagna elettorale», ha detto il consulente turistico, «Cinque Stelle, qualcuno del Pd e anche Brugnaro avevano manifestato interesse e approvazione per portare avanti quest’idea, ma poi nessuno se ne è più fatto carico. Per il Giubileo non c’è tempo, ma per il Carnevale si potrebbe iniziare a metterla in pratica. Abbiamo previsto un anno di sperimentazione prima dell’avvio ufficiale».

Ieri mattina Scurati ha anche precisato che limitare gli ingressi in Piazza soltanto a chi fornisce i propri dati, potrebbe essere utile anche come forma di controllo per la pubblica sicurezza. «Abbiamo visto – prosegue – come durante il funerale di Valeria Solesin la Piazza sia stata chiusa. Lo stesso accadrebbe nel progetto che stiamo proponendo. Venezia è sempre più aggredita e limitare il simbolo della città, avrebbe un effetto anche sul resto». I residenti sarebbero muniti di un chip, una sorta di Telepass per pedoni, che permetterebbe di accedere gratuitamente. Diverso per i turisti. Per chi pernotta – e assicura così il pagamento della tassa di soggiorno – è previsto un codice da esibire in uno degli ingressi previsti. Per i turisti giornalieri è previsto un ticket (5 euro) o un biglietto associato a un museo della Piazza o a una visita guidata. Il numero degli accessi a San Marco non dovrebbe essere superiore a quello dei residenti. I dati dicono che abbiamo 30 milioni di turisti all’anno, di cui circa 23 giornalieri e circa sei milioni con pernottamento. «Questo sistema assicurerebbe che chi pernotta lo fa in una struttura riconosciuta e non abusiva», conclude Scurati, «e chi non lo fa contribuisce a dare una somma alla città. Già con 12 milioni di giornalieri e un ticket di 5 euro si arriverebbe a 60 milioni, la somma necessaria a coprire per esempio i debiti».

Vera Mantengoli

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