«Non sapeva di avere la droga» Due anni di sconto alla 22enne
Davanti al gip padovano nel corso dell’udienza di convalida si era disperata e piangendo aveva raccontato di non sapere nulla di quella discreta quantità di droga - 77 grammi di eroina, pari a 7 ovuli, e 55 grammi di cocaina pura al 70 per cento in 5 ovuli - che le era stata trovata in borsa. Rose Marie Nicola, veneziana di Castello, 22 anni, aveva riferito di essere arrivata a Padova con un ragazzo di nome Jerry che l’aveva accompagnata dal parrucchiere. Lì la ragazza aveva lasciato la borsa incustodita. Era stata fermata poco dopo in stazione a Padova il 21 febbraio scorso e assieme a lei non c’era nessuno, nemmeno quel Jerry di cui aveva parlato. Nella pochette rosa che aveva dentro alla borsa era stata trovata la droga. Rose Marie Nicola era stata condannata in abbreviato a 3 anni, 6 mesi e 20 giorni e 14mila euro di multa. Per circa nove mesi la ragazza era stata in carcere, poi la misura era stata affievolita con un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, ora revocato.
La sentenza è stata impugnata davanti alla Corte d’Appello dal difensore della 22enne, l’avvocato Massimiliano Cristofori Prat, chiedendo che venisse riconosciuta la lieve entità nel reato di detenzione di stupefacenti e dunque riducendo la pena, con un patteggiamento in Appello, a 1 anno e 6 mesi.
I giudici della Seconda Sezione della Corte hanno dato l’assenso alla riduzione di pena di due anni, come chiesto dalla difesa, perché nel frattempo è stato reso noto un particolare molto rilevante. Ovvero che Jerry, il giovane che era con la 22enne e che era stato controllato poco dopo dagli agenti della Polfer, si chiamava in realtà Eric Irabor ed era un nigeriano coinvolto nello spaccio dell’eroina gialla in via Monte San Michele. All’epoca l’africano non era stato arrestato per non pregiudicare l’indagine più ampia della Direzione distrettuale antimafia che aveva sgominato la banda nigeriana dell’eroina killer. Arresti, questi, che erano scattati a luglio 2018, cinque mesi dopo l’episodio della stazione di Padova. «Oltre alla veridicità di quanto detto dall’imputata nell’interrogatorio di convalida», scrivono i giudici di appello nelle motivazioni della sentenza, «emerge dalle intercettazioni a carico di Irabor che la sostanza stupefacente trovata in possesso di Rose Marie Nicola appartenesse al nigeriano e che il ruolo dell’imputata nella vicenda era del tutto minore e marginale, tenuto conto che non è emersa prova della conoscenza da parte sua del quantitativo di sostanza stupefacente contenuto nella borsa». Quanto sostenuto dall’imputata è stato riscontrato dalle indagini della polizia.La ragazza è stata scarcerata dalla Corte prima dell’udienza, dopo nove mesi di reclusione. In sede di udienza, la condanna è stata abbassata di due anni, riconoscendo alla 22enne la lieve quantità prevista dall’ipotesi lieve, nonostante la quantità effettiva di eroina e cocaina fosse tutt’altro che modesta. Al momento del primo grado, non era possibile rivelare tutta l’indagine che stava dietro al nigeriano ed ai connazionali. —
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