Noale, nuovo Lando il consiglio approva il trasferimento

NOALE. L’intero consiglio comunale di Noale ha detto sì al trasloco e ampliamento del supermercato Lando, dall’attuale sede di via dei Novale, a due passi dal centro, a quella in via Coppadoro, in...

NOALE. L’intero consiglio comunale di Noale ha detto sì al trasloco e ampliamento del supermercato Lando, dall’attuale sede di via dei Novale, a due passi dal centro, a quella in via Coppadoro, in zona industriale, negli ex edifici dell’azienda Scarpa. Un progetto ambizioso, che dovrà riqualificare due aree diverse ma distanti poche centinaia di metri. Da tempo si parlava di quest’ipotesi, ancora quando a guidare la giunta c’era Michele Celeghin ma l’approvazione del consiglio sgombra gli ultimi ostacoli. La superficie del futuro Lando toccherà anche in piccola parte il Comune di Salzano.

L’edificio attuale di Lando è considerato di media grandezza, ovvero meno di 5 mila metri quadrati, ma quello nuovo sarà attorno agli 8 mila, di cui 6.040 saranno per la vendita dei prodotti alimentari, 4.200 saranno destinati al magazzino e 1.900 per il non alimentare. Oltre all’investimento per ridurre l’impatto ambientale, con materiali sostenibili, isolamenti termici, acustici e pannelli fotovoltaici, il futuro Lando sarà ben fornito anche a livello di parcheggi, cosa impensabile ora a centro metri da piazza XX Settembre. Infatti ci saranno 877 posti auto e per accedervi si potranno usare gli ingressi da via Pacinotti (variante alla Noalese) e via Coppadoro; in quest’ultimo caso, all’incrocio con la Noalese sarà costruita una rotonda a forma di pavesino, che dovrebbe consentire di snellire il traffico da e verso il centro di Noale. Per accedere all’area degli impianti sportivi, sarà costruita una passerella di collegamento sul fiume Marzenego.

La discussione è stata veloce, con un botta e risposta tra gli ultimi due sindaci di Noale, l’ex Michele Celeghin e il suo successore Patrizia Andreotti. «Questo iter è partito a novembre 2013», dice il primo, «ma ci avevano detto che così facendo il centro sarebbe morto. Nell’occasione, Andreotti e Dini uscirono dall’aula e non parteciparono alla discussione. Ora propongono il documento in Consiglio: ci fa piacere». Ma Andreotti puntualizza. «Allora andammo fuori» replica «perché mancavano dei documenti e non c’erano riferimenti precisi».

Alessandro Ragazzo

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