No Tav, scontri in Val di Susa Arrestato un attivista del «Rivolta»

È Gianluca Ferrari di Marghera, bliccato durante gli incidenti seguiti ai n contro la Torino-Lione. La questura: "Sono professionisti della protesta". Ferito giovane mestrino: si tratta di Jacopo Povelato
Gianluca Ferrari in una foto di qualche anno fa
Gianluca Ferrari in una foto di qualche anno fa
MESTRE. Un ragazzo ferito e un altro in stato di fermo. La pattuglia dei «No Tav» veneziani in prima fila ieri nella battaglia in Val di Susa, torna a casa con le ossa rotte. Gianluca Ferrari, 32 anni, originario di Cittadella e residente a Marghera, è stato fermato dalla polizia durante gli scontri, mentre Jacopo Povelato, 19 anni, colpito all'addome da un lacrimogeno, è ricoverato in ospedale.


Sono partiti alle 3 di notte in pullman da Mestre alla volta della Val di Susa, una quarantina tra giovani legati ai centri sociali Morion di Venezia e Rivolta di Marghera, oltre ad altri attivisti di comitati vari. Strada facendo i pullman hanno fatto salire altri contestatori provenienti da tutto il Nordest. Tra loro Tommaso Cacciari, Michele Valentini, Vittoria Scarpa, Beppe Caccia, e appunto Jacopo Povelato, coordinatore degli studenti medi di Mestre, e Gianluca Ferrari.

Povelato, mentre i manifestanti assediavano il cantiere del pre-tunnel e una parte ha cercato di sfondare la recinzione e il cordone di forze dell'ordine, è stato colpito da un lacrimogeno tra il torace e l'addome. Il ragazzo che ha 19 anni e abita a Mestre era a pochi metri dal consigliere comunale veneziano Beppe Caccia che lo ha visto crollare a terra.


«Ci trovavamo nei boschi di Ramats, insieme a migliaia di altri manifestanti, ad assediare pacificamente con slogan e bandiere il cantiere per il cunicolo esplorativo della Maddalena. Quando senza alcun preavviso le forze di polizia, che presidiavano le reti, sono uscite e hanno caricato le persone sparando decine e decine di lacrimogeni ad alzo zero e a distanza ravvicinata», racconta Caccia. «Mi trovavo a pochi passi da Jacopo quando, a meno di quattro metri di distanza, un agente gli ha puntato addosso il dispositivo di lancio ed ha esploso un colpo. Il lacrimogeno lo ha colpito tra il torace e l'addome. L'abbiamo portato a braccia fino alla baita «No Tav» di Giaglione, ma le sue condizioni sono apparse subito serie: faticava a respirare e a parlare». Il giovane, accusa Beppe Caccia, è stato soccorso da un'ambulanza «arrivata sul posto dopo quarantacinque minuti, a causa dei blocchi stradali della polizia lungo l'autostrada. È inconcepibile che tanta violenza sia esercitata nei confronti di cittadini che difendono il territorio come bene comune da un progetto devastante ed inutile, rigettato dalla stragrande maggioranza degli abitanti e degli amministratori della valle», conclude il consigliere comunale.


In serata il ragazzo è stato sottoposto a degli accertamenti che hanno diagnosticato un versamento di liquido dovuto alla frattura di una costola. Tra i quattro manifestanti arrestati c'è anche Gianluca Ferrari, 32 anni, attivista del Rivolta. È stato fermato dalla polizia durante una delle cariche delle forze dell'ordine. Come gli altri deve rispondere di resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale, è anche indagato a piede libero per getto pericoloso di cose e possesso di materiale esplodente. In serata è stato portato in ospedale a Susa. Secondo i suoi amici, mentre era in stato di fermo, i poliziotti lo hanno picchiato. Stessa sorte sarebbe toccata a un ragazzo di Bologna.

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