Niente visita medica in ospedale: detenuta della Giudecca aggredisce due agenti
Una delle due operatrici è stata costretta a ricorrere alle cure dell’ospedale

Pugni, calci in testa e violenti colpi all’addome. Un’aggressione in piena regola, quella capitata all’interno del carcere femminile della Giudecca nei giorni scorsi e denunciata dal sindacato Uspp nel giorno della vigilia di Natale. L’episodio riaccende ancora una volta i riflettori sulle difficili condizioni all’interno delle carceri italiane.
E in questo senso Venezia, come dimostrano anche i recenti episodi all’interno del carcere maschile di Santa Maria Maggiore, non è un’eccezione.
L’aggressione
Nel caso specifico di quanto successo alla Giudecca, l’episodio ha visto come protagonista una detenuta che si è scagliata contro una sottufficiale addetta alla sorveglianza e contro l'agente di servizio nel reparto.
In base alla ricostruzione raccolta dal sindacato, la donna aveva preteso di essere visitata d'urgenza all'ospedale di Venezia, pur essendo già seguita da tempo dagli operatori sanitari dell’istituto. Dopo aver ricevuto una risposta negativa, sarebbe scoppiata la sua furia.
Fuori di sé, la detenuta ha iniziato a sferrare pugni alla testa del sottufficiale, poi pugni allo stomaco e calci alla testa dell’agente. Soccorsa e inviata al Pronto soccorso dell’ospedale di Venezia, l'agente è stata visitata e curata. Dopo i colpi subiti, ha rimediato alcuni giorni di prognosi.
La sottufficiale è stata presa in cura subito all’infermeria del carcere.
La denuncia del sindacato
«A tutto il contingente della polizia penitenziaria va un plauso per l’enorme sacrificio con cui porta avanti una situazione al limite, con detenuti e detenute che faticano a voler rispettare le regole penitenziarie», le parole del segretario Leonardo Angiulli.
Solo poche settimane fa, altri disordini si erano registrati nel carcere maschile di Santa Maria Maggiore. In quel caso, i problemi erano stati provocati dalla difficoltà di gestione di detenuti con problemi psichiatrici. Nello specifico, un detenuto rientrando dall’infermiera si era infilato nelle aule di scuola al terreno spaccando e sfasciando tutto quello che era alla sua portata. Pochi giorni prima, un accenno di rivolta all’interno del carcere era nato dopo un tentativo di suicidio di un detenuto, sventato dagli agenti intervenuti per salvarlo.
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