Niente firme d'alta moda sulle confezione di gomme

Gli stilisti Dolce e Gabbana e a destra il tribunale di Rialto
Gli stilisti Dolce e Gabbana e a destra il tribunale di Rialto
 Gli italiani Dolce & Gabbana, i francesi Louis Vuitton, Chanel, Hermes ed altre maison d'alta moda si sono schierati contro il veneto Paolo Stevan, titolare della «Paul Stiven srl», perchè avrebbe usato i loro esclusivi marchi senza autorizzazione. Non lo avrebbe fatto per vendere borse, giacche, profumi o foulard taroccati, bensì per convincere la gente a mangiare gomme americane. Sì solo per i suoi chewingum, niente a che fare con l'alta moda e con i prodotti del lusso, ma il giudice del Tribunale civile Maura Caprioli non ha potuto che accogliere i ricorsi dei grandi marchi perchè l'H su campo arancione, la D e la G unita dalla e commerciale, la L con la V incastrata e la grande C non si possono utilizzare o, meglio, sono griffe che possono essere utilizzate soltanto da chi le ha inventate e registrate.  Il veneto Paolo Stevan, che si era dato un tono inglese intestando la sua società a Paul Stiven, pubblicizzava le gomme da masticare stampando sul cartoncino esterno delle confezioni le sigle delle varie case di moda italiane e francesci, ma se ne sono accorti e gli avvocati si sono mossi, sostenendo che Hermes e gli altri vantano un diritto di esclusiva sul marchio, che Stevan avrebbe contraffatto. Nel ricorso presentato dall'avvocato Marianna de Giudici, si legge che il presunto «falsificatore» l'avrebbe fatto «con l'evidente intento di agganciarsi alla notorietà della nota casa di moda e di incentivare il consumatore all'acquisto del prodotto, rafforzando la convinzione che si trattasse di prodotti legati alla nota società».  L'avvocato del piccolo imprenditore veneto ha tentato una difesa, sostenendo, ad esempio, che l'H con cui si distingue il marchio Hermes non è altro che una lettera dell'alfabeto che tutti possono utilizzare. ma il giudice Capriuolo gli ha risposto che «l'H in questione appare presentarsi con caratteri diversi da quelli latini, sicchè non può essere riguardato come lettera dell'alfabeto, ma va considerato nel suo valore prevalentemente figurativo».  Così, il magistrato veneziano ha vietato a Stevan l'uso dei marchi, ha posto sotto sequestro le confezioni di gomme ormai già in commercio e ha disposto una penale di 500 euro per ogni violazione commessa.

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