Musile di Piave, chiuso centro benessere: per le norme anti Covid non doveva funzionare

Multa da 400 euro per il titolare cinese. L’attività, che forniva anche massaggi, è finita nella rete dei carabinieri

MUSILE. Centro benessere, ma con una sezione dedicata anche ai massaggi, chiuso a Musile di Piave.

Ad accorgersi del centro estetico aperto, in via Salvo d’Acquisto, una strada laterale della Triestina, è stata una pattuglia dei carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia dei carabinieri di San Donà di Piave. I militari, dopo essersi accorti che le luci erano accese e il centro era aperto sono entrati a controllare.

Verificando così che, in base a quanto previsto dall’ultimo Dpcm sulle norme anti-contagio, il centro avrebbe dovuto essere chiuso. E qui c’è da spiegare per bene. Perché, in base alle norme, i centri per i massaggi possono restare aperti. Ma (articolo 1, comma 9 lettera F), non i centri benessere.

Alla lettera F del Dpcm dello scorso 3 novembre si legge infatti che “sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori e centri benessere e centri termali, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi” Nel caso di Musile i carabinieri si sono trovati di fronte a un centro benessere con zona riservata ai massaggi e, come previsto dalla norma, l’hanno quindi chiuso.

All’interno del centro benessere hanno trovato una donna cinese di 42 anni, residente a Milano, ma che ha dichiarato di essere domiciliata proprio a Musile di Piave.

I Carabinieri hanno quindi proceduto alla contestazione di una sanzione amministrativa che è pari alla sanzione minima di 280 euro se pagata entro 5 giorni o a 400 euro, se pagata entro 60 giorni dall’accertamento, nei confronti del titolare dell’esercizio, un 58enne cinese di Carpi, Modena. I militari, avendo rilevato la necessità di impedire la prosecuzione della violazione, hanno proceduto a disporre l’immediata chiusura dell’attività dandone notizia anche alla prefettura di Venezia.

Approfondimenti sono in corso da parte dei militari di San Donà anche in merito alla regolarità del rapporto di lavoro della donna trovata all’interno del centro benessere.

Il titolare del centro infatti, già in passato, era finito nei guai per violazione delle norme sull’immigrazione, perché alcune sue dipendenti - in altri centri benessere, non in quello di Musile di Piave - non erano in regola con il permesso di soggiorno.

Già ieri il commercialista di riferimento del titolare di Carpi si è messo in moto per presentare la documentazione che dovrebbe attestare la regolarità della posizione della dipendente che i carabinieri hanno trovato all’interno del centro benessere rimasto aperto.

Quando i militari sono entrati nel centro estetico, di sabato mattina, non c’era nessuno. Ma in zona si dice che, nei giorni scorsi, più di qualcuno sia stato visto scendere dall’auto, soprattutto nel pomeriggio, per entrare nel centro benessere e massaggi gestito da ragazze cinesi per un trattamento o per un massaggio. Chi si è presentato sabato pomeriggio in via Salvo d’Acquisto davanti alla sede del centro lo ha però trovato chiuso. —


 

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