Musica gratis in Piazza Totobar vince sul Quadri

VENEZIA. Nessuna concorrenza sleale da parte del Totobar - di proprietà dell’imprenditore alberghiero Lino Cazzavillan - nei confronti del vicino Caffè Quadri, solo perché, non avendo l’orchestrina dal vivo come il locale già di proprietà di Giancarlo Ligabue, esponeva vicino ai propri tavolini in Piazza San Marco cartelli con la scritta «nessun supplemento per la musica» per i propri clienti, che sentivano intanto gratis quella “prodotta” dai musicisti del caffè concorrente, i cui avventori invece pagavano per sentirli.
La Corte di Cassazione ha chiuso così una causa ventennale intercorsa tra i proprietari dei due locali, che nei primi due gradi di giudizio aveva visto prevalere la società Ligabue Catering, proprietaria del prestigioso caffè di Piazza San Marco che da sempre offre ai clienti seduti ai suoi tavolini musica dal vivo suonata dalla sua orchestrina, facendo però pagare il relativo supplemento alla consumazione.
«Avevo dovuto pagare alla Ligabue circa 250 milioni di vecchie lire - ricorda Cazzavillan - ma grazie alla sentenza della Cassazione, che ha stabilito che i cartelli che avevamo apposto in un secondo momento, non i primi, erano pienamente leciti, ora sarà la società proprietaria del Quadri a dovermeli restituire, anche se abbiamo raggiunto un accordo transattivo, che prevede che mi siano versate quattro “rate” da 18.750 euro ciascuna, la prima della quale già incassata. Peccato che, con la giustizia italiana, ci siano voluti circa vent’anni per arrivare a questo punto».
In tutto circa 75 mila euro che sanano però ogni contenzioso tra i due locali della Piazza, posti l’uno vicino all’altro.
Un caso senza precedenti e veramente singolare perché, come scriveva il Tribunale di Venezia nella precedente sentenza - prima dell’ultimo verdetto della Cassazione - «il Totobar sua sponte non fornisce ai propri clienti, insiene al principale servizio di ristoro, un accompagnamento musicale. Nondimeno, prendendo atto della propagazione delle note musicali che gli giungono dall’orchestra dell’adiacente Caffè Quadri, il Totobar appone sui propri tavolini, posti all’esterno del locale, cartelli recanti le scritte «nessun supplemento per la musica», nonché, in lingua inglese, non music charge»
Ma quello che il Tribunale definiva nella sua ordinanza «un particolare caso di sviamento della clientela» è stato invece giudicato un comportamento lecito da parte della Cassazione.
Forse perché la musica vola libera nell’aria e i clienti del Totobar non potevano indossare i tappi per non sentirla, visto che non avevano pagato il supplemento, come quelli del vicino Quadri. (e.t.)
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