Murano sotto choc per il vetraio suicida «La crisi è stata dura»

Gambaro (Promovetro): «Una tragedia, vicini alla famiglia» De Checchi: «Un settore colpito in maniera eccezionale»

MURANO

È un’isola sotto choc, quella che fa i conti con le ore successive al suicidio di Gianni Cimarosto, il 49 enne artigiano del vetro che si è tolto la vita giovedì sera, impiccandosi nel magazzino dei genitori. Murano è una comunità unita, un luogo della laguna dove quasi tutti si conoscono, specie nell’ambiente del vetro, peculiarità che ha reso l’isola famosa in tutto il mondo. E ora sono in tanti coloro che sono uniti nel lutto e si stanno stringendo alla famiglia di Cimarosto, un uomo che ha preso la decisione definitiva di togliersi la vita dopo l’ennesima delusione legata all’impossibilità di trovare lavoro. «Conoscevo molto bene Gianni, e quanto accaduto mi rattrista fortemente», commenta il presidente del Consorzio Promovetro di Murano, Luciano Gambaro, «era una persona benvoluta e conosciuta, e questo suo gesto ci lascia a bocca aperta e affranti. Sono veramente dispiaciuto, è una tragedia che ci colpisce tutti, in primo luogo la sua famiglia. Era una brava persona. Che la situazione a Murano abbia la sua complessità, è risaputo, però mai ti aspetteresti una cosa del genere. Ora dobbiamo solo essere vicini ai suoi cari, non è il momento di parlare di altre cose».

Gianni Cimarosto aveva iniziato da ragazzo a lavorare il vetro a lume. E dopo molti anni come dipendente, era riuscito a mettersi in proprio, aprendo il suo piccolo negozio-laboratorio che si chiamava Talent Artigian Vetro in Riva Longa. Stringe i denti e poi è costretto a gettare la spugna, prosegue con lavori saltuari fino al lockdown, quando tutto va in crisi e non trova più un lavoro per mesi, fino alla decisione di giovedì sera. «Siamo colpiti profondamente dall’accaduto», afferma Gianni De Checchi da Confartigianato Venezia, «è sempre molto difficile discutere di eventi come questo, ci vuole molta delicatezza, ma è innegabile che l’ultima crisi abbia colpito duro soprattutto certi settori, tra cui la produzione del vetro, e in maniera eccezionale. E si dimostra quanto la capacità di tenuta delle piccole imprese artigiane sia a rischio. Il turismo a Venezia non è ancora ripartito, e ne soffre soprattutto l’indotto, tra cui anche la produzione di vetro. Il passo poi è breve, per arrivare a situazioni limite come questa. L’augurio è che rimanga solo un caso isolato, ma sappiamo che sono tante le persone e le aziende in difficoltà».

De Checchi auspica poi che «presto vengano erogati i contributi a fondo perduto per le imprese, sia in ambito commerciale che artigianale. Le piccole aziende, soprattutto, sono a secco, e continueremo a fare pressione sul governo, anche se il vero assente in tutto questo è il mondo bancario. Tra pochi giorni presenteremo un progetto con il quale erogheremo noi dei fondi per aiutare 42 imprese artigiane del nostro territorio». —

Simone Bianchi

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