Muore per un’infezione trenta medici indagati

Prima la scoperta del tumore poi, inevitabile, l’asportazione del polmone destro. Sembrava un intervento tecnicamente riuscito quello subito il 30 ottobre scorso dall’architetto veneziano Cono Gallo, 61 anni di Mestre, consigliere della municipalità di Mestre-Carpenedo per il gruppo di Forza Italia. È stato l’inizio di un calvario consumato, nell’Azienda ospedaliera di Padova, tra la Clinica di Chirurgia toracica e la Rianimazione prima della morte avvenuta la mattina del 6 dicembre scorso. Sul caso il pubblico ministero padovano Luisa Rossi ha aperto un’inchiesta. E ha iscritto nel registro degli indagati 30 medici dell’Azienda ospedaliera padovana, fra strutturati e specializzandi della Chirurgia toracica e della Rianimazione, le due divisioni che hanno avuto in affidamento la salute del professionista residente a Mestre, in via o Baracca. Omicidio colposo il reato contestato. Un’ipotesi di reato, in realtà: l’avviso di garanzia è un atto dovuto di fronte alla necessità di svolgere l’autopsia nella forma più “garantista” anche per i medici coinvolti. Medici che, solo nella veste di indagati, hanno la facoltà di nominare un consulente tecnico di parte per partecipare alla perizia autoptica come la parte civile, la famiglia del paziente, tutelata dall’avvocato veneziano Gianmaria Daminato (consulente tecnico di quest’ultima sarà il dottor Giovanni Ciraso, medico legale di Padova). Oggi il pm Rossi, infatti, provvederà alla nomina dei consulenti della procura, il dottor Antonello Cirnelli, medico legale di Portogruaro, e il dottor Ernesto Angelucci, direttore dell’Unità operativa di Chirurgia generale e toracica dell’ospedale di Pordenone.
A firmare l’esposto destinato a dare il via all’indagine sono stati i figli dell’architetto Gallo, Lisa e Marco, che si sono presentati nella stazione dei carabinieri di Prato della Valle a qualche ora dalla morte dell’amato papà, tecnico per la casa di cura privata Policlinico San Marco di Mestre. Cono Gallo, originario di Teggiano in provincia di Salerno, era stato ricoverato in Chirurgia toracica il 27 ottobre in vista dell’intervento di pneumectomia polmonare eseguito tre giorni più tardi. Intervento serio, che ha richiesto un passaggio nella Rianimazione Istar 3 prima del rientro nella Clinica chirurgica il 31 del mese.
Regolare viene definito il decorso post-operatorio. In agguato, però, ci sono delle complicanze che impongono un nuovo trasferimento in Rianimazione, stavolta nell’Istar 1, per una decina di giorni sempre in coma farmacologico: i medici, hanno spiegato i figli nell’esposto, avevano diagnosticato un’infezione. Segue l’ennesimo ritorno in Chirurgia toracica mentre le difficoltà respiratorie del paziente non diminuiscono e il quadro clinico appare complesso. A fine novembre l’architetto è colpito da una gravissima crisi respiratoria: immediato il trasferimento nella Rianimazione Istar 3 dove, alle 8.30 del 6 dicembre, Cono Gallo muore un paio d’ore dopo un improvviso peggioramento delle condizioni.Assistiti dall’avvocato Daminato, i figli hanno sollecitato la magistratura a fare chiarezza.
Cordoglio tra i colleghi della municipalità di Carpenedo ormai in scadenza, di cui l’architetto Cono Gallo faceva parte dal 2010. «Siamo rimasti basiti di fronte alla scomparsa così improvvisa del consigliere Gallo» spiega commossa la capogruppo di Forza Italia, Monica Di Lella, «l’architetto Gallo era una persona molto riservata e un vero gentiluomo. In questi anni ha dato un contributo ai lavori del consiglio della municipalità di Mestre-Carpenedo anche con il suo apporto tecnico. Grazie alle sue competenze, era una risorsa».
Cristina Genesin
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