Muore a 51 anni, si sospetta l’overdose

VENEZIA. L’hanno trovato senza vita, L.M., veneziano di 51 anni: il sospetto è che l’arresto cardiaco che l’ha ucciso sia stato provocato da un overdose di sostanza stupefacente. Per questo, il pubblico ministero Fabrizio Celenza ha disposto l’autopsia, incaricando il medico legale mestrino Silvano Zancaner.
Da tempo in centro storico non si registravano decessi a causa dell’assunzione di droga. Il sospetto che non si sia trattato di una morte per una causa naturale, provocata cioè da un infarto o da un ictus, è scattato quando il medico chiamato a constatare quello che era accaduto ha visto le braccia dell’uomo che giaceva sul letto. Senza ombra di dubbio quelle piccole e numerose cicatrici su entrambi gli arti segnalavano che L.M. aveva fatto uso di sostanze stupefacenti in modo continuativo e non solo anni fa, ma pure recentemente.
Per stabilire se davvero l’arresto cardiaco è stato provocato da eroina, cocaina o altre sostanze, però, l’autopsia da sola non basta: sarà necessario attendere gli esami tossicologici che i tecnici di laboratorio dovranno eseguire sui tessuti prelevati da alcuni organi dal dottor Zancaner. Solo quei risultati daranno la certezza che poco prima del decesso il 50enne veneziano ha assunto droghe e potranno stabilire anche quale tipo di sostanza sia stata.
Se non vi sarà traccia, toccherà agli esami istologici stabilire la causa del decesso, che a quel punto non potrà che essere per cause naturali. L.M. non era in casa sua, ma in quella della sua fidanzata, a Castello.
L’ultimo decesso causato da sostanze stupefacenti è del 19 ottobre dello scorso anno, quando la 23enne F.D., dopo aver bevuto parecchio in Erbaria, aveva ingerito metadone, passatole da un’amica perché l’alcol non le provocasse una «balla» triste. Il metadone, invece, l’ha uccisa, anche perché non era abituata ad assumerlo. Per trovare un’altra morte bisogna andare al 6 novembre dell’anno precedente, quando un ragazzo di appena 17 anni della Celestia, L.A., era stato trovato dalla nonna morto nel letto di casa dopo una serata con gli amici. Anche in questo caso, come nel primo, le forze dell’ordine sono riuscite a risalire allo spacciatore che gli aveva venduto la dose. Sempre nel 2011, quattro mesi prima, il 16 luglio, il 29enne P.T. era morto nella sua casa di Santa Margherita, anche lui dopo che un amico gli aveva passato una dose di metadone. Infine, il 22 novembre 2009 era stato trovato senza vita in casa a Sant’Elena un 41enne veneziano, G.Z., che con la droga aveva familiarità.
Giorgio Cecchetti
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