Mose, i commissari cercano un direttore

Pubblicato il bando, il compenso sarà 220 mila euro. Tante le criticità del progetto non ancora risolte
VENEZIA. Il Consorzio Venezia Nuova del dopo tangenti cerca un nuovo direttore tecnico. Un compito svolto dal padre padrone Giovanni Mazzacurati, fino a pochi giorni prima del suo arresto. Poi da Hermes Redi, ingegnere padovano e consulente delle dighe, licenziato dai commissari straordinari due anni fa. Ma i lavori vanno a rilento, i problemi tecnici si moltiplicano. Così i due amministratori straordinari del Consorzio Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola hanno firmato un bando di gara per assumere un nuovo direttore. Il suo compenso annuo sarà di 220 mila euro lordi, niente in rapporto alle cifre milionarie che giravano prima degli arresti. La responsabilità però sarà grande. C’è da portare a termine un’impresa partita male, con molti errori accumulati per strada. E da risolvere problemi che si presentano numerosi, come la corrosione e l’usura dei meccanismi, il malfunzionamento di strutture, la manutenzione.


C’è tempo fino al 1 settembre per presentare i curricula, in base ai quali sarà scelto il nuovo direttore.


E dopo il quasi azzeramento della struttura interna e il taglio dei dirigenti, adesso i commissari stanno lentamente invertendo la rotta. Ossola, ingegnere torinese progettista dello Juventus stadium e docente al Politecnico, già consulente della prima ora del Consorzio per le rive dei Tolentini, ha fatto ricorso a consulenti esterni. Ingegneri ed esperti che aiutano il responsabile tecnico – lo stesso Ossola – ad affrontare i sempre maggiori problemi che si presentano. Il mese scorso i commissari hanno approvato il nuovo organigramma. Che comprende l’ingegnere Sara Cristina Lovisari per la manutenzione e progetti speciali (cioè, come si legge nella delibera, «verifiche sui progetti, lavori e forniture del jack-up, la nave per il trasporto delle paratoie costata 52 milioni di euro e mai utilizzata; i fenomeni di corrosione, i monitoraggi. All’ingegnere Francesco Cefis le verifiche dei progetti per l’Arsenale, e per gli interventi in laguna e le opere alle bocche l’ingegnere Mauro Scaccianoce. Una nuova squadra di tecnici che sostituisce quelli storici, in parte coinvolti nello scandalo, a cominciare da Piergiorgio Baita e dalla vice Maria Teresa Brotto. Anche quest’ultima licenziata dai commissari dopo il patteggiamento. Lei ha chiesto anche il risarcimento e il giudice del lavoro le ha dato ragione. Adesso il Consorzio ha fatto ricorso in appello. Ma a tre anni dagli arresti e dallo scandalo Mose il progetto fatica a essere concluso. Sarà consegnato nel 2021, con qualche anno di ritardo rispetto al previsto. E le «criticità» non sono ancora risolte.


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