Morto Kashoggi: il casinò, il Nabila e i party con Naomi

VENEZIA. Tra i croupier più anziani del Casinò c’è chi si ricorda bene del principe Adrian Kashoggi e delle mance a molti zeri che lasciava. Non mancava mai a Ca’ Vendramin Calergi, quando sbarcava a...
Adnan Khashoggi in una foto d'archivio del 25 luglio 1987. ANSA/
Adnan Khashoggi in una foto d'archivio del 25 luglio 1987. ANSA/
VENEZIA. Tra i croupier più anziani del Casinò c’è chi si ricorda bene del principe Adrian Kashoggi e delle mance a molti zeri che lasciava. Non mancava mai a Ca’ Vendramin Calergi, quando sbarcava a Venezia dal suo megayacht ormeggiato in riva Sette Martiri: il Nabila, nave extra lusso che portava il nome della figlia, sul cui ponte atterrava in elicottero, incurante delle proteste. Un tavolo ai do Forni e all’Harry’s Bar era sempre riservato quando arrivava in città con il suo seguito. Kashoggi e il Nabila, la cui imponente e svettante sagoma si vedeva spesso a Venezia, in anni in cui gli yacht erano ancora una rarità: Naomi Campbell fece impazzire i fotografi l’anno che arrivò ospite del miliardario saudita sulla sua nave.


Ieri, Adrian Kashoggi si è spento a 82 anni al St. Thomas’Hospital di Londra: negli anni Settanta e Ottanta si era costruito un’immensa fortuna come mediatore nella vendita di armi tra governi occidentali e mediorientali, diventando (allora) l’uomo più ricco del mondo con un patrimonio di 40 miliardi di dollari.


Nato alla Mecca, dove il padre era medico della famiglia reale saudita, si era laureato in Economia alla prestigiosa Stanford University, in California, imponendosi velocemente nel mondo degli affari come mediatore di armi. La fortuna di Kashoggi - celebrata anche nei famosi party che organizzava sui suoi yacht a Londra, Monte Carlo, Venezia - aveva però avuto un crollo negli anni ’80 quando, forse anche per l’inimicizia con Ronald Reagan, finì in carcere negli Usa per ricettazione di opere d’arte per aver acquistato dall’allora presidente delle Filippine, Ferdinand Marcos, alcuni quadri del museo di Manila. Nonostante la piena assoluzione, la lunga interruzione di attività lo mise quasi sul lastrico. Dovette vendere tutte le proprietà, compreso l’amato yacht Nabila, considerata allora la barca più bella del Mediterraneo e acquistata da Donald Trump con lo sconto di un milione, purché gli cambiasse nome e non usasse quello di sua figlia.


Negli ultimi anni si era ritirato nella residenza di famiglia a Riad, ma trascorreva lunghi periodi in Europa. Lascia otto figli e due vedove: l’italiana Laura Biancolini (convertita all’Islam) e l’iraniana Shahpari Zanganeh. La prima moglie Sandra Daly (nota come Soraya), volle il divorzio quando, nel 1980, Adnan si innamorò di Lamia. Era zio di Dodi Al Fayed, deceduto vent’anni fa nell’incidente parigino assieme a Lady Diana.


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