Morta nel vano del letto contenitore: l'agente è rimasta incastrata e soffocata

L’esame autoptico disposto dal pm. Nell’abitazione di Roberta Romano, 56 anni, non state trovate tracce di aggressione.  
Carlo Mion

VENEZIA, Ogni dubbio sulla morte di Roberta Romano, agente di Polizia penitenziario di 56 anni, sarà fugato domani dopo l’autopsia che eseguirà il dottor Giovanni Cecchetto, dell’Istituto di Medicina Legale di Padova. Un esame che la pm Laura Villan ha deciso di far svolgere più per scrupolo che per sospetti. Sia lei che i carabinieri che stanno indagando sul decesso sono convinti che si tratti di un incidente domestico.

E questo anche se le circostanze della morte sono particolari: la donna è morta asfissiata dentro al suo letto contenitore. Una circostanza che aveva creato qualche dubbio anche nei carabinieri intervenuti nell’abitazione di Calle dei Sechi a Santa Marta dove, verso le 22 di domenica, M.P., la figlia di Roberta, l’aveva trovata priva di vita. Inutile l’intervento dei sanitari del Suem.



È stato il medico legale chiamato sul posto per un primo sopralluogo cadaverico e alcuni accertamenti dei carabinieri a far propendere per un incidente domestico e non per un delitto. Almeno stando a quanto fin qui raccolto dagli investigatori e a quello che sostengono.

Il medico legale dopo la ricognizione cadaverica non avrebbe riscontrato segni di violenza provocati da terzi e nemmeno quelli che rimangono quando la persona reagisce ad un’aggressione. Nessuna traccia di aggressione o lotta nella stanza. Basta per escludere il coinvolgimento di qualcuno in questa morte assurda? In questo momento e in mancanza di altri elementi gli investigatori dicono di sì.

Quindi può bastare il peso del letto e un gesto sbagliato della donna, ultimamente dimagrita molto, per causarne la morte per asfissia. Naturalmente sarà verificato anche se non ci sia stato un cattivo funzionamento del letto e che questo si dia chiuso d’improvviso dopo che la donna lo aveva sollevato per controllare l’interno del contenitore. Di certo il fisico della donna, in questo caso, non l’avrebbe aiutata a sostenere il colpo. Da qui la caduta all’interno del contenitore con il letto sopra che ha causato l’asfissia. Una morte assurda.

Per il momento l’appartamento è stato messo sotto sequestro si disposizione del pm Villan titolare dell’indagine. Dopo l’autopsia, se non emergeranno elementi clamorosi o solo da approfondire, l’abitazione tornerà a disposizione dei famigliari dell’agente penitenziario. E nel contempo si conoscerà anche la data dei funerali. 
 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia