«Moria di vongole dopo la semina al largo di Jesolo»

Moria di vongole lupini, conosciute anche come “pevarasse”, al largo di Jesolo. Si parla di decine di migliaia di esemplari e un milione di danni. Lo ha denunciato ieri mattina Gianni Stival, il presidente del consorzio pescatori Co. Ge. Vo. che raduna tutti i vongolari che lavorano sul litorale veneziano da Bibione a Chioggia, e che punta il dito su quanto viene riversato nei fiumi che attraversano il trevigiano e il vicino Friuli. «Sicuramente i materiali trascinati a mare hanno un notevole impatto sui fondali, ce ne siamo accorti dopo la tempesta Vaia. Siamo basiti da questa moria a Jesolo, non ce l’aspettavamo dopo la semina», ha riferito Stival, visto che monitoriamo la situazione ogni giorno. È un duro colpo, ma cerchiamo di andare avanti e di non mollare. Le vongole devono finire sulle nostre tavole». Per il momento sono interessate dall’ecatombe solo le zone di Jesolo; restano integre quelle delle vicine Eraclea, Caorle, Brussa e Bibione, dove il consorzio ha gettato in mare per la semina sia le vongole, che le cappelunghe.
A Jesolo è iniziata la raccolta delle pevarasse pochi giorni fa. Una segnalazione sulla moria dei lupini era arrivata inizialmente da un subacqueo, che aveva avvertito la Guardia costiera. «L’area era chiusa da 6 mesi, purtroppo questo è il risultato dei nostri sacrifici. Siamo andati in perlustrazione nello stesso ambito marittimo anche con i biologi dell’Istituto Agriteco, che collabora da tempo con noi, per capire meglio la situazione. I pescatori dalle reti raccolgono migliaia di vongole morte. Si possono riconoscere dal fatto che il guscio è già aperto, quando non dovrebbe esserlo», aggiunge Stival, «crediamo e speriamo non succeda in futuro anche nelle altre zone di semina ma comunque il danno per noi è di almeno un milione di euro». Con la raccolta delle vongole si gioca anche una partita più grande: è quella sulle sorti della pesca italiana. Infatti la Spagna continua a contrastare il mercato ittico italiano, proprio sul comparto delle vongole.
«Gli spagnoli infatti», evidenzia l’ex vicesindaco di Caorle, «non vogliono più rinnovare i decreti europei grazie ai quali possiamo pescare vongole di 22 millimetri. Cosa dovremmo fare, aspettare che muoiono? Speriamo solo che i commissari europei abbiano un po’ di buonsenso. La Spagna vuole far ripristinare il limite minimo di raccolta di vongole a 25 millimetri. Per noi sarebbe la morte, significa uccidere la pesca italiane delle vongole di mare. L’atteggiamento dei pescatori spagnoli si spiega con il fatto che noi, nel tempo, siamo riusciti a vendere le nostre vongole nella stessa Spagna, e questo non rende felici i nostri colleghi iberici. Spero che su questa materia il Governo italiano e anche il Veneto», conclude Stival, «prendano posizione, portando avanti a Bruxelles le nostre istanze». —
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