Morì in auto nel canale sfondando il guardrail, in tre davanti al giudice

MIRA. La mattina del 10 gennaio del 2016, era una domenica, con la sua auto Suzuki Splash stava percorrendo la camionabile – strada provinciale 81 – tra Spinea e Olmo di Mira quando, in corrispondenza del ponte sul canale Menegon, ha perso il controllo del mezzo. L’auto ha colpito l’inizio del guardrail, lo ha sfondato ed è finita nel canale. Ora per quell’incidente, in cui perse la vita un commerciante di 45 anni, in tre sono davanti al giudice per le udienze preliminari Marta Paccagnella, con l’accusa di omicidio colposo per non aver verificato le condizioni di efficienza e manutenzione delle stesse barriere.
I tre per i quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio sono Andrea Menin (difeso da Paola Bosio), che ora è direttore del Porto ma all’epoca dell’incidente era dirigente dell’area Viabilità della Città metropolitana, ente proprietario della provinciale 81; Adriano Volpe dell’Unità operativa della Manutenzione, e Graziano Salvadori, in qualità di assistente di zona per la manutenzione. Sono ritenuti responsabili di non aver provveduto alla verifica della manutenzione delle barriere di sicurezza, i guardrail, insufficienti a protezione del canale Menegon.
Gli accertamenti tecnici hanno evidenziato che l’auto quella mattina procedeva a velocità elevata, tra i 90 e 100 chilometri all’ora a fronte di un limite di 70, e che il 45enne era in stato di alterazione psico-fisica per aver bevuto (gli era stato riscontrato un tasso alcolemico pari a 1,38 grammi per litro) e per l’assunzione di cocaina. La Procura in un primo momento aveva aperto un fascicolo contro ignoti e poi chiesto l’archiviazione sulla base di una consulenza che accertava la regolarità dei guardrail nel momento in cui erano stati installati. Dopo l’opposizione delle persone offese, il gip aveva ordinato l’identificazione delle persone responsabili del controllo tecnico delle strada. Individuati nei tre dipendenti della Città metropolitana.
Dopo aver sfondato il guardrail, l’auto era finita nel canale. L’uomo era stato soccorso, ma nonostante una iniziale ripresa cardiaca, poi era morto. Nell’udienza di ieri il giudice, su richiesta della parete civile (avvocato Ivan Giacetti), ha disposto la citazione della Città metropolitana come responsabile civile nel procedimento. Nel processo si sono costituite parti civili i due fratelli della vittima.
Le difese dei tre sono pronti a dimostrare la loro innocenza anche sulla base di quanto emerso in sede civile dove un consulente tecnico, nella causa avviata dalla moglie della vittima, ha escluso responsabilità della Città metropolitana. —
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