Mirano, la malattia ha sconfitto don Paolo Stocco: una vita in Venezuela a difesa dei deboli

MIRANO. Addio a don Paolo Stocco, il conosciuto sacerdote spentosi a 77 anni venerdì sera all’ospedale Covid di Dolo, dov’era stato ricoverato dopo essere risultato positivo al coronavirus.
Originario della frazione miranese di Ballò, il sacerdote viveva all’istituto salesiano San Marco di Mestre di cui era stato anche direttore. Prete missionario appartenente all’ordine dei salesiani, era entrato in seminario a Torino a soli 12 anni, partendo come novizio 18enne per la sua prima missione in Venezuela, durata sette anni. Tornato in Italia per concludere gli studi ecclesiastici, venne consacrato sacerdote nel 1971, facendo ritorno successivamente nel Paese latinoamericano.
In Venezuela è rimasto per 43 anni, occupandosi soprattutto di fondare e gestire scuole per l’educazione dei ragazzi più poveri.
«È sempre stato molto legato ai giovani», ricorda emozionato suo nipote, «faceva anche il professore e si preoccupava dell’educazione dei ragazzi, che spesso venivano dalla strada».
Dan Paolo Stocco è stato direttore di istituti salesiani in diverse città del Paese latinoamericano, tra cui la capitale Caracas, ricoprendo per sette anni la carica di economo dell’ordine per il Sud America. Nel frattempo conseguiva anche una laurea in storia della Chiesa.
Tornato in Italia nel 2014, è rimasto per un anno alla scuola salesiana di San Donà, venendo poi chiamato a dirigere l’istituto San Marco della Gazzera a Mestre. In seguito anche l’incarico di parroco della Basilica di San Pietro in Castello a Venezia, svolto per due anni.
Ultimamente don Paolo Stocco era tornato a Mestre ma era molto presente anche nella sua Mirano, dove era conosciuto soprattutto nella parrocchia delle frazioni di Ballò e Scaltenigo.
Qui aiutava il parroco don Luciano Minetto, dicendo messa quando c’era bisogno. Don Paolo non soffriva di gravi problemi di salute, ma il coronavirus gli è stato fatale.
Dopo i primi sintomi è stato ricoverato nell’ospedale Covid di Dolo, dove è morto venerdì dopo tre settimane in terapia intensiva. Lascia due sorelle, due fratelli, nipoti e una marea di amici e conoscenti in Venezuela dove ha passato gran parte della sua missione . —
Carlo Romeo. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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