Chiude dopo 115 anni il monastero delle agostiniane di Mira: «Un colpo per la comunità»

Le religiose erano arrivate a Gambarare per lo sfratto da Santa Lucia nella costruzione della stazione di Venezia

Alessandro Abbadir

Il monastero delle suore agostiniane a Mira Porte, in località “Chitarra”, sarà dismesso e chiuderà dopo oltre 115 anni di presenza viva nel territorio mirese. Le ultime suore se ne andranno a febbraio 2026: davvero un duro colpo per la comunità locale.

Le agostiniane di clausura hanno fatto tanto per il Mira e le sue genti nel corso dei decenni, quando parole come formazione professionale, welfare ed istruzione erano vocaboli sconosciuti o ancora vuoti di contenuto per le classi sociali meno abbienti.

Il monastero che si trova nell’ex villa Donà delle Rose in via Giuseppe di Vittorio è stato istituito dall’ordine degli Agostinani nel 1910. Le suore che nell’Ottocento si trovavano nel monastero di Murano in laguna di Venezia, si avevano trovato posto nell’area in cui sorge ora la stazione ferroviaria di Santa Lucia nella città lagunare. Qui però, visto che ci dovevano arrivare i treni, non ci potevano più stare, e una soluzione per loro venne trovata a Mira.

La decisione e i servizi ai poveri

«La decisione di chiudere il monastero» spiega monsignor Dino Pistolato, parroco di Gambarare «è purtroppo un fatto inevitabile. Nessuna delle suore che si trovano in questo momento nel convento erano stabilmente incardinate a Mira Porte. Ora ci sono cinque suore del Kenya e sono qui solo temporaneamente, torneranno in Africa. Suor Elena Occhialini, la badessa, superiora delegata del convento di clausura delle agostiniane, tornerà alla sua sede designata a Milano».

E proprio suor Elena aveva raccontato poco tempo fa al nostro giornale il suo incontro, vent’anni fa, con Papa Leone XIV, allora generale dell’Ordine agostinano. «È una persona estremamente semplice, batte tantissimo sull’umiltà» aveva detto «Terribilmente alla mano, ti mette a tuo completo agio. Quando era generale dell’ordine viaggiava da solo, in macchina, anche per viaggi molto lunghi. Quando era stanco accostava, dormiva in macchina e poi riprendeva tranquillamente il viaggio».

«La chiusura è davvero un brutto colpo perché la loro presenza è parte della storia di questo territorio» continua don Pistolato «Certo non poteva essere altrimenti, visto che suore stabili, qui ormai da anni, non ce n’erano più, e la situazione era diventata insostenibile dal punto di vista organizzativo». «Entro febbraio» racconta don Dino «le religiose se ne andranno, ma non cesseranno i servizi che abbiamo avviato, come quello in collaborazione con i medici in aiuto alle persone povere e senza un tetto che da oltre un anno possono trovare un ambulatorio per verificare il proprio stato di salute, farsi una doccia e fare colazione». I locali in cui questi servizi vengono forniti resteranno aperti mentre la zona del monastero verrà chiusa e sarà l’ordine degli Agostiniani a deciderne più avanti la sorte.

Centro aggregativo

«Quello delle suore agostiniane per le genti di Mira, Oriago e Gambarare è sempre stato un servizio a favore del territorio» racconta il professor Mario Poppi, nato a Mira e laureato nel 1965 all’Università di Padova con una tesi sulla storiografia medievale del Quattrocento «Io lì ho frequentato le elementari e ho preso l’attestato di terza nel 1948 che ricordo ancora con emozione. Mia mamma aveva invece fatto dei corsi di taglio e cucito. Le suore agostiniane erano un punto di riferimento per la popolazione della Riviera per tante famiglie». Poppi ha insegnato materie letterarie nelle scuole medie e superiori e ha pubblicato molti libri sulla storia di Mira e della Riviera del Brenta per i quali ha ricevuto il premio Argav 2023.

«Le agostiniane a Mira» sottolinea il professor Poppi «con la loro presenza hanno caratterizzato parte del secolo scorso. La loro scuola elementare è cessata con gli anni Sessanta, mentre si è mai spenta del tutto l’attività di formazione rivolta spesso alle ragazze avviata nei primi decenni del Novecento dal monastero».

La presenza del monastero e delle attività legate alle suore dal loro arrivo voluto dal patriarca dell’epoca è raccontata nel libro del professore “Religione e popolo a Gambarare” edito nel 1977. «Ricordo ancora delle agostiniane» dice Poppi «i bei momenti di festa popolare legati a Santa Rita che si tengono in maggio, caratterizzati dalla presenza delle rose».

Ma la presenza di queste religiose è radicata anche nei ricordi di tante persone semplici di Mira, tramandati di generazione in generazione, ricordi di decenni in cui la miseria era tangibile, palpabile. C'era la fame. Tante famiglie hanno avuto dalle religiose aiuti concreti: un pasto, vestiti, un aiuto per imparare un mestiere. Con loro se ne va un importante un pezzo di storia locale.

«Contiamo di portare avanti i servizi a favore dei bisognosi grazie all’aiuto di tanti volontari e personale sanitario che si è messo a disposizione» auspica don Pistolato. —

 

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