Il mezzo secolo di Pitteri pasticceria dei veneziani: «La città è cambiata e con lei i nostri dolci»

L’apertura nel 1975, una scommessa vinta dal titolare che aveva 28 anni. Oggi il testimone è passato ai nipoti: «Sogniamo di aprire altri negozi»

Maria Ducoli
I festeggiamenti per il 50esimo
I festeggiamenti per il 50esimo

Il profumo si sente fin da fuori, poi, una volta aperta la pesante porta di vetro, si viene letteralmente avvolti. Brioches, pasticcini, biscotti e creme, un mix che crea una fragranza irresistibile che da cinquant’anni prende per la gola veneziani e turisti.

La pasticceria Pitteri di strada Nova ha festeggiato mezzo secolo di attività con i clienti più affezionati. Dietro il bancone, Giovanni, per tutti Gianni, 78 anni e la stessa passione del primo giorno, in quel lontano 1975 quando aprì per la prima volta il negozio, a soli 28 anni, dopo aver imparato il mestiere dai Vio. Tutt’altra epoca, tutt’altra città.

«In questi anni è stata stravolta», racconta Gianni, «e noi abbiamo dovuto stare al passo, evolverci e cambiare di pari passo con Venezia». Un esempio? «Se prima producevamo soprattutto dolci a base di crema, oggi con lo spopolamento viene a mancare il giro di famiglie che vengono da noi a prendere paste e torte, così abbiamo aumentato la produzione della pasticceria secca, con i biscotti che vanno soprattutto tra i turisti». Nonostante i cambiamenti, la famosa torta al pistacchio di Gianni, a base di marzapane e prosecco, inventata negli anni Novanta, non ha mai perso il proprio appeal: «È il nostro cavallo di battaglia», conferma il nipote Elia Girani che da dodici anni affianca il nonno nella preparazione dei dolci, con la compagna Cristina.

La storia della pasticceria, inevitabilmente, s’intreccia a doppio filo con la storia della famiglia Pitteri: cinquant’anni fa Gianni ha dato il via all’attività insieme alla moglie e a tre fratelli, per poi passare il testimone alla figlia Deborah, presenza solare dietro il bancone del bar, e ai nipoti Elia e Gioia, che sono stati affiancati anche da alcuni dipendenti.

«Io sono cresciuto qui, ho iniziato ad aiutare il nonno a 14 anni», racconta Elia, «ora continuiamo a fare dolci insieme, lui arriva qui dalle 8, poi bisogna mandarlo via perché sennò resterebbe a oltranza», sorride. L’obiettivo per i prossimi anni? «Il mio sogno sarebbe ampliare il locale e riuscire ad aprire un altro punto vendita, sicuramente in centro storico sarebbe un motivo d’orgoglio. In terraferma ci consentirebbe di proseguire la tradizione della pasticceria a base di crema». —

 

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