Metro di Marghera, contratto d’affitto in scadenza e nessuna garanzia
L’allarme della Filcams dopo l’incontro con la proprietà: «Serve chiarezza. Non sono ancora disponibili informazioni concrete sul destino dei 42 dipendenti»

Il 26 gennaio scade il contratto d’affitto e, ad oggi, non c’è nessuna indicazione di cosa potrebbe succedere. Per decidere o meno di traslocare, per riorganizzarsi il futuro, sei mesi sarebbero pochi anche per un privato costretto a cambiare casa; se invece si parla di un’azienda con una sede da centinaia di metri quadrati e 42 dipendenti, la tempistica dell’incertezza fa tremare i polsi e apre a scenari poco rassicuranti.
Nove anni dopo il primo rischio di chiusura e il conseguente rilancio – a personale dimezzato – sul punto vendita Metro di via Colombara, a Marghera, aleggia di nuovo l’ombra del fine attività, degli esuberi.
L’allarme del sindacato
A lanciare l’allarme è la Filcams Cgil, che martedì 15 luglio ha chiesto spiegazioni alla società, uscendo dall’incontro con più sospetti che certezze: «Al momento non sono ancora disponibili informazioni concrete sul destino di questi lavoratori e sull’avvenire dell’intera struttura», riferisce Andrea Porpiglia, segretario veneziano della sigla, «Ci hanno detto che “le operazioni commerciali sono programmate” e che questo sarebbe “un buon segnale”, ma non hanno voluto specificare di quali operazioni si stava parlando, di che tipo di programmazione. Sembrava più che altro fumo negli occhi».
Ad aggravare i timori dei lavoratori, le voci insistenti secondo cui la proprietà avrebbe tutte le intenzioni di vendere l’immobile, voci che si rincorrono da tempo e che si alimentano dai racconti di quei dipendenti che riferiscono di aver visto possibili compratori aggirarsi tra gli scaffali del supermercato, prendendo le misure e cercando di immaginare questo o quel cambiamento per adeguare gli spazi alle proprie esigenze. In effetti il capannone di via Colombara pretende da tempo un intervento di manutenzione massiccio, e anche il fatto che questo non sia ancora stato messo a calendario lascia intuire la volontà di scaricarlo ai prossimi proprietari.
Dopo il caso del Laguna Palace
Si tratta del secondo affitto ghigliottina che incombe su questa estate, dopo il caso del Laguna Palace e dei sessanta dipendenti di Nh hotel che a fine settembre si troveranno senza impiego proprio perché non si è trovato un accordo con la proprietà sul nuovo canone.
Eppure il marchio Metro funziona: i ristoratori di tutto il territorio continuano a rifornirsi sotto l’insegna gialla e, sebbene delle tante iniziative promosse nove anni fa in fase di rilancio sopravviva oggi solo il servizio di delivery, la scure abbattutasi all’epoca sui costi - ovvero sul personale - ha consentito di far quadrare i conti.
Metro, da parte sua, interpellata non commenta.
«Per affrontare e cercare di risolvere questa situazione di incertezza chiediamo l’istituzione immediata di un tavolo di confronto», conclude Porpiglia, « L’obiettivo è garantire la tutela occupazionale dei lavoratori coinvolti e definire un futuro sostenibile e stabile per il punto vendita di Venezia». —
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