Si ferma per comprare le sigarette a Mestre, colpito con una spranga e rapinato
La vittima lavora in un ristorante del centro storico, alle due del mattino stava rientrando a casa. L’episodio in via Piave segue lo schema delle 12 aggressioni dello scorso anno per cui erano stati fermati in sette

Lo hanno accerchiato al distributore di sigarette, gli hanno intimato di svuotare le tasche, di consegnare tutti i soldi che aveva addosso. E, quando lui si è rifiutato, hanno fatto parlare una spranga di ferro, colpendolo alla testa con tanta violenza da lasciarlo a terra in fin di vita, l’ambulanza partita in codice rosso per trasportarlo d’urgenza fino al pronto soccorso dell’Angelo.
L’altra notte, poco dopo le due, un giovane di origini afghane è stato aggredito da una banda di rapinatori ai margini del rione Piave; un episodio feroce, che ha risvegliato negli abitanti del quartiere il ricordo di tanti altri simili, consumatisi poco più di un anno fa, quando diverse persone erano state prese di mira nelle ore serali, a ridosso dei bancomat o - appunto - degli erogatori automatici dei tabaccai.
All’epoca era stata la squadra Mobile della questura a stringere il cerchio attorno ai delinquenti: una banda di sbandati, senza casa e senza documenti, che aveva imparato a prendere di mira chi attraversava il quadrilatero tra la stazione ferroviaria e via Cappuccina al calar del sole, perché alla ricerca di un pacchetto di sigarette o perché di ritorno da un turno serale in ristorante. In quest’ultima occasione, invece, è stata la polizia locale a intervenire immediatamente, riuscendo a bloccare i rapinatori e ad arrestarne uno, quello che aveva vibrato il colpo e agguantato il portafogli: nigeriano, volto noto alle forze dell’ordine, il suo profilo è finito sul tavolo del pubblico ministero di turno e oggi sarà davanti al giudice per direttissima.
La rapina ha avuto luogo poco dopo le due del mattino, nella notte tra domenica e lunedì. La vittima lavora in un ristorante del centro storico e stava rientrando a casa propria dopo il servizio: il giovane ha preso un autobus in piazzale Roma, è sceso all’inizio di via Piave, poi l’accerchiamento, le minacce, il colpo alla testa. I sanitari l’hanno raccolto dal marciapiede, il volto ridotto a una maschera di sangue. Fortunatamente, dopo il ricovero in ospedale, le sue condizioni si sono rivelate meno gravi di quanto creduto inizialmente, ma la ferita alla testa è comunque profonda e a seconda della prognosi definitiva il rapinatore arrestato potrebbe vedersi contestare anche l’accusa di lesioni gravissime.
Tantissimi i punti di contatto con i casi registrati tra fine 2023 e inizio 2024: erano stati almeno una dozzina, tra fine novembre e inizio febbraio, con uno schema ripetuto sempre uguale; rapine violente, consumate in via Piave, via Cappuccina e nel sottopassaggio pedonale della stazione. Erano stati fermati in sette, per la quasi totalità stranieri senza permesso di soggiorno: per le autorità erano fantasmi. Cinque di loro erano stati arrestati, altri due hanno ricevuto un divieto di dimora in Veneto.
Le loro vittime erano state 17, in totale, bloccate dai criminali armati di coltello o, in pochi casi, di una bottiglia rotta: erano ragazzi, anziani, e anche allora cuochi e camerieri alla fine di una giornata tra tavoli e fornelli, spesso colpevoli solo di aver deviato verso il distributore di sigarette.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia