Mestre, Conad apre l’Iper al posto di Auchan. Ma sarà guerra con il futuro Lando

Dal 9 ottobre via alla nuova insegna, su metà superficie. Poco distante il cantiere del nuovo centro commerciale
Auchan chiuso definitivamente Mestre, 03/10/2020 Foto A. Gilardi/Ag. Lorenzo Pòrcile
Auchan chiuso definitivamente Mestre, 03/10/2020 Foto A. Gilardi/Ag. Lorenzo Pòrcile

MESTRE. Serrande definitivamente chiuse per il centro commerciale Auchan, che si prepara dal 9 ottobre ad ospitare Conad, ma solo al piano terra. Il primo piano è tutto da rioccupare e ripensare. A poche centinaia di metri, al limite della grande area di espansione commerciale dell’Aev Terraglio, con affaccio su via Caravaggio e la tangenziale, marciano spediti i cantieri per il nuovo grande ipermercato di Lando, un nuovo colosso che punta a fare concorrenza con una politica dei prezzi che sbaraglia tutti.

«Il commercio è in subbuglio: tutti gli ipermercati, come li conoscevamo, stanno vivendo una sofferenza. Da Valecenter, passato di mano a Marcon, e con venti di crisi a Portogruaro, all’IperCoop di San Donà, la preoccupazione è evidente per il futuro», spiegano i sindacalisti.

Mestre. Ecco il momento in cui Auchan diventa Conad

«Ora che le elezioni hanno deciso chi guida Comune e Regione serve un tavolo con le organizzazioni sindacali e le proprietà per capire come tutelare i lavoratori. E serve anche una regia urbanistica perché bisogna guidare questi processi altrimenti il sistema prima o poi scoppia. Colpisce che spazi enormi come quelli di Auchan chiudano e vicino ci siano cantieri in pieno fermento che fanno intuire che tra qualche mese aprirà Lando. Ecco Lando potrebbe assorbire una parte dei lavoratori oggi senza garanzie dopo il passaggio da Auchan a Conad», dice Monica Zambon della Camera del Lavoro Cgil di Venezia.

Prima dell’emergenza Covid, solo in Italia, i centri commerciali avevano qualcosa come oltre due miliardi di clienti all’anno. In agosto il calo degli ingressi è stato valutato del 15 per cento. Ma esperti da tempo mettono in guardia: questi enormi “templi” del commercio, che a Mestre hanno contribuito negli anni alla morte di tante vetrine al dettaglio, sono in crisi, in Italia come in America. E servono ricette anti-crisi.

«A Mestre dei 217 addetti di Auchan alle Porte di Mestre ne sono rimasti 137, scelti dalla nuova proprietà di Conad. Per 41 lavoratori la scelta è stata l’uscita con mobilità volontaria. Altri 41 sono passati sotto Margherita Distribuzione», spiega Boris Brichese, «e sono in cassa integrazione, sperando in una assunzione nei nuovi negozi che potrebbero aprire al primo piano, al posto dell’area del supermercato».

Conad ha in corso trattative con 9 marchi per nuovi affitti al primo piano. «Ma non ci sono garanzie - precisa il sindacalista - e per questo l’accordo con Conad non lo abbiamo firmato. Alla fin fine, il risultato di questa cessione è stato quello di una “macelleria” del lavoro ».

Effetto della vendita, nazionale, dei centri commerciali con marchio Auchan al gruppo Conad, che da venerdì riapre a Mestre con un ipermercato, ma lasciando un intero piano, il primo, del centro vuoto. Segnale, evidente, della crisi non solo dei piccoli negozi (basta girare per piazza Ferretto) ma anche degli spazi commerciali che non reggono il “gigantismo” degli anni scorsi.

«Il riuso delle città non riguarda solo fabbriche e capannoni: il futuro dei centri commerciali è assai problematico», avvertiva, nel 2018, dalle pagine del nostro giornale Ezio Micelli, docente di Estimo all’università Iuav di Venezia ed ex assessore all’Urbanistica a Venezia. Il docente metteva in guardia la politica invitandola a guidare la riconversione di grandi spazi commerciali in dismissione. Si continua a costruire come se niente fosse.

«Con il senno di poi, Lando come gruppo, aveva la capacità di occupare l’Auchan senza costruire nuovi capannoni poco distante, dando lavoro», avvisa la Zambon, «ma non è andata così. Ora serve un tavolo con gli enti locali sul lavoro e una politica che agisca come regia, anche urbanistica». —

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