Mestre: bimbo nasce morto all'Angelo, esposto della famiglia

Segnalazione in Procura per il presunto ritardo nel parto cesareo. L’Usl replica: «Applicati i protocolli, salvata la madre»
Fotoagenzia Candussi / Ferrazza / Ospedale dell'Angelo , Mestre / Vedute esterne ospedale
Fotoagenzia Candussi / Ferrazza / Ospedale dell'Angelo , Mestre / Vedute esterne ospedale

MESTRE. Una mamma che ha perso il suo bambino nelle concitate fasi del travaglio, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica, chiedendo di indagare su quella che - a suo giudizio - è una morte dovuta alla responsabilità medica dell’Ospedale all’Angelo. Usl 3 che, da parte sua, replica parlando di un «episodio improvviso e non prevedibile, gestito come da protocolli e con efficacia per quella parte che si poteva affrontare: in questi casi è a rischio anche la vita della mamma».

Gli avvocati Maurizio Trevisan e Giorgia De Biasi (console onorario delle Filippine) hanno presentato un esposto in Procura, perché si accerti cosa è accaduto il 17 settembre, quando la loro cliente - una signora filippina di 37 anni, da anni residente a Mestre - si è presentata all’Angelo alle 8 di mattina con forti fitte al ventre. Quasi al termine della sua gravidanza, la donna viene sottoposta a monitoraggio e poi ricoverata in quella che, dice, essere una piccola stanza: lei segnala di aver vomitato per ore, aver perso sangue, senza assistenza, finché uno zio è riuscito a richiamare l’attenzione di un’infermiera. A quel punto si è messa in moto la macchina dell’emergenza, quando ormai sarebbe stato troppo tardi: il nuovo monitoraggio rileva, infatti, che il cuore del bambino non batte più e alle 14 il cesareo è per un feto morto. L’autopsia effettuata dall’ospedale data la morte entro le quattro ore. L’esposto ricorda che la donna era ipertesa e diabetica: condizioni note e che, pertanto, il distacco di placenta sarebbe stato prevedibile. Il parere medico legale di parte, dice che il bimbo si poteva salvare.

Netta la replica dell’Usl, che in una nota sottolinea come «il Reparto di Ostetricia dell'Ospedale dell’Angelo è certo della piena correttezza del proprio operato, a fronte di un evento - il distacco improvviso della placenta - non prevedibile e con conseguenze purtroppo tragiche. Sul caso in oggetto si è già svolto un audit interno con una completa analisi dell’operato dei sanitari, sotto la guida del responsabile del rischio clinico. Dagli accertamenti già effettuati è risultata in tutto corretta l’assistenza prestata alla signora, e nulla poteva essere fatto a tutela del nascituro a fronte dell’improvviso e imprevedibile distacco della placenta». Garantita - dice l’Usl - «alla gestante, come a tutte le altre, l’assistenza necessaria, secondo gli alti standard più volte certificati; ha operato poi con determinazione ed efficacia per garantire la salute dalla signora, anche questa messa a serio rischio dall’episodio avvenuto. L’Ospedale dell’Angelo è pronto a fornire ogni documentazione e si riserva di operare a tutela del Reparto e dei sanitari contro ogni ricostruzione infondata e lesiva».

Parola ora alla Procura. —

R.D.R.


 

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