Mesotelioma, oltre 700 vittime in 30 anni il picco previsto nel prossimo decennio

Venezia ha la più alta incidenza di vittime dell’amianto (detto anche asbesto) che è stato utilizzato per decenni in molti settori produttivi (e non ancora del tutto rimosso) – a cominciare da edilizia, cantieristica navale e traffici portuali, industrie chimiche ed energetiche – con ben 716 morti per mesotelioma (563 uomini e 153 donne) tra il 1987 e il 2017, pari a quasi un terzo di tutti i morti per questa causa nell’intero Veneto, come risulta dai dati dell’Inail e del Registro Regionale Tumori. Di morti per l’esposizione alle fibre killer dell’amianto nel Comune di Venezia se ne contano almeno uno ogni venti giorni. E così sarà ancora per parecchi anni, visto che la latenza del mesotelioma pleurico, il tumore caratteristico dell’esposizione all’amianto è molto lunga e può manifestarsi nel lungo periodo, da 20 e 40 anni dopo l’esposizione stessa. A detta degli esperti in materia, il picco di mesoteliomi si verificherà nei prossimi anni, tra il 2020 e il 2030.
La sorveglianza sanitaria dei lavoratori a rischio per l’esposizione all’amianto è stata inserita nel protocollo di “screening sanitario regionale”, già in funzione da anni per le patologie neoplastiche al colon, alla mammella e alle vie urinarie.
La sorveglianza con visite ed esami ai polmoni, inoltre, includerà anche il sostegno psicologico per ridurre la sofferenza psichica dei malati e dei loro familiari.
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