Meolo dice sì al maxi polo Amazon ai confini con Roncade
Il sindaco: «Accolte le nostre osservazioni e prescrizioni».
Comitati contrari allo sviluppo logistico vicino a Quarto

MEOLO. È un fiorire di osservazioni contro i due maxi poli della logistica previsti nel basso trevigiano, ma a un tiro di schioppo dal Veneto Orientale: quello che Amazon intende costruire al casello di Meolo – Roncade e quello che dovrebbe sorgere a Casale, ma al confine con Quarto.
A tenere banco, nel caso Amazon, è la pioggia di prescrizioni, ben 29, che la Commissione regionale Vas (Valutazione ambientale strategica) ha dettato ai progettisti, che dovranno tenerne conto nella stesura del Rapporto ambientale legato alla variante urbanistica.
Il documento con le prescrizioni è arrivato anche in municipio a Meolo, dove il sindaco Daniele Pavan, che non ha mai chiuso le porte ad Amazon, esprime soddisfazione per l’accoglimento delle istanze avanzate.
«Sono soddisfatto che sia stato dato il giusto peso a tutte le osservazioni, arrivate tra le altre anche dal nostro Comune», commenta, «Se lo sviluppo della logistica avverrà in modo coordinato e con le giuste opere di mitigazione degli impatti, l’opportunità offerta da Amazon è effettiva. Ma teniamo al fatto che tutti gli aspetti vengano ben valutati, in particolare gli effetti su Meolo».
Tra i punti già sollevati da Meolo e recepiti dalla commissione, c’è la necessità di ampliare il raggio di osservazione sugli impatti causati dal traffico, tenendo conto peraltro della vicinanza del casello.
«È stato ritenuto, come già da noi sottolineato, troppo circoscritto l’ambito di valutazione dell’impatto del traffico infrastrutturale», conclude Pavan, «È bene sia fatto un focus su un raggio più largo. Colgo con piacere anche la prescrizione fatta dalla commissione sull’attenzione da porre all’accesso alla nostra zona industriale».
Quanto all’area logistica di Casale, le osservazioni sono del coordinamento “No Maxi Polo di Casale, Quarto e Roncade”, che ha presentato un pacchetto di rilievi al Rapporto ambientale e alla sintesi non tecnica relativi alla Vas, sottolineando in un documento di 39 pagine la carenza di documentazione e «gravi vizi di sostanza e di forma nel processo di consultazione».
«A ciò si aggiungono l’assenza di adeguati studi in relazione alla perdita di servizi ecosistemici, legati in primis al suolo, che con l’impermeabilizzazione risentiranno in modo negativo. Oltre a ciò», spiegano dal coordinamento, «indichiamo, che l’aver affrontato il tema delle acque sotterranee in modo limitato è del tutto inadeguato a una procedura di Vas e che è inaccettabile, che l’analisi dell’impatto di maggiore rilievo sul territorio, dovuto al traffico e al conseguente inquinamento atmosferico, non sia basato su uno studio, bensì su dati approssimativi».
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