Medici a giudizio Ascoltato il fratello della donna morta
DOLO
Colpo di scena nel processo a carico dei due medici padovani Rolando Tasinato e Mario Godina, imputati di omicidio colposo per la morte di Caterina Ruffato deceduta il 2 ottobre del 2005 nel reparto di chirurgia dell’ospedale di Dolo per una tromboembolia polmonare bilaterale massiva. Il giudice monocratico del Tribunale di Dolo, Nicoletta Stefanutti, ha rinviato il processo al 10 novembre per sentire il medico Giorgio Bolla che, secondo la testimonianza del fratello della vittima, Ernesto, era totalmente in contrasto con la terapia applicata dai due medici. Testimonianza che potrebbe avallare la tesi del pubblico ministero Giovanni Zorzi secondo cui i due dirigenti medici in servizio nel reparto di chirurgia avrebbero causato la morte della Ruffato per imprudenza, negligenza, imperizia e violazione delle norme di diligenza professionale confermando quanto evidenziato dal medico legale Antonello Cirnelli, che per salvare la vita ed evitare la trombosi sarebbe bastato inserire un «filtro cavale». La vicenda giudiziaria ha avuto inizio con la denuncia dei familiari della donna. La mamma e il marito avevano poi accettato le offerte delle assicurazioni mentre il fratello della vittima ha deciso di proseguire. Rolando Tasinato è difeso dall’avvocato Giuseppe Sarti di Venezia mentre Mario Godina dal fratello, l’avvocato Michele Godina del foro di Padova.
Davide Massaro
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