Mediatore per la ’ndrangheta, arrestato Cegion

CHIOGGIA
C’è anche un settantenne di Chioggia, Fiorindo Boscolo Cegion detto Angelo, arrestato nell’ambito dell’operazione su traffico di droga e ’ndrangheta portata avanti dai carabinieri del Comando provinciale di Roma. Quello di Boscolo Cegion è un nome noto della storia criminale del Veneziano, dove da giovane trafficava droga con gli uomini della Mala del Brenta di Felice Maniero. Diventato collaboratore di giustizia, il suo fu un ruolo importante per far capire agli inquirenti le dinamiche dello spaccio della banda Maniero. Rispetto all’operazione di ieri, nel complesso sono 33 gli arresti eseguiti nelle province di Roma, Reggio Calabria, Venezia e Grosseto su disposizione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal giudice per le indagini preliminari (Gip) di Roma su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia.
Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, cessione e detenzione ai fini di spaccio, estorsione aggravata dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni, detenzione e porto abusivo di armi. Quello scoperto dagli investigatori del Nucleo investigativo della Capitale è un sodalizio contiguo alla ’ndrangheta dedito al traffico di sostanze stupefacenti. Al vertice è stato individuato un noto personaggio appartenente alla ’ndrina Alvaro di Sinopoli, Pasquale Vitalone, che avrebbe diretto le sue attività illecite avvalendosi anche di propri familiari.
Nell’ambito di questa operazione Boscolo Cegion, che da ieri mattina si trova agli arresti domiciliari nella sua casa di Chioggia, è accusato di aver fatto da mediatore per l’acquisizione di una partita di 20 chili di cocaina dal Sudamerica, operazione poi non andata in porto. Episodi che risalgono al 2018. Stando all’inchiesta della Procura Antimafia di Roma, a chiedere l’aiuto di Cegion, di cui riconosceva la professionalità, sarebbe stata una broker 65enne di Grosseto, Aurora Bolici, alla quale si erano rivolti i vertici del gruppo legato ad Alvaro. Per cercare di trovare la droga, Boscolo si muove in diverse direzioni, dimostrando di avere una buona rete di contatti, anche se poi la consegna della droga non andrà in porto. Nell’ordine, i suoi contatti sono un narcotrafficante che fa arrivare la droga dalla Colombia in container frigorifero, il pregiudicato napoletano Vincenzo Tommasone (a Desenzano sul Garda), un rumeno residente in Olanda ed infine un trafficante albanese. Consegne che, per diversi motivi, non riescono ad andare a buon fine anche perché il gruppo non riesce a reperire le risorse (250mila euro) e nel frattempo il prezzo della droga sale e l’acquisto viene ritenuto non più conveniente dalla banda.
Nell’ordinanza di custodia emergono i tentativi di Cegion di recuperare la droga. Ad esempio il 13 luglio del 2018, Boscolo chiama Vincenzone:
«Io ho una persone che cerca venti appartamenti... dieci, venti appartamenti, sono disponibili, ti faccio parlare, che si mettono d’accordo col prezzo quanto vogliono ad appartamento, capito?».
Poi i sodali di Vitalone chiedono informazioni a Boscolo sul prezzo:
«Cioè, il prezzo tu non me lo sai dire... del singolo appartamento?».
La risposta: «Mi pare sui trenta... trentamila euro l’uno.... sono mini appartamenti... purissimi, sono fatti nuovi, nuovi di zecca».
Naufragata la trattativa con Tommasone, Boscolo suggerisce altri canali di rifornimento, un rumeno residente in Olanda, e poi un albanese. Ma nessuna delle trattative alle fine andrà a buon fine.
Vicino alla Mala del Brenta con la quale trafficava e spaccava droga, è poi stato uno dei primi a parlare, molto prima di Maniero, diventando collaboratore di giustizia. Anche grazie alle sue ricostruzioni, Maniero fu condannato a quei famosi 33 anni di reclusione che lo convinsero a parlare, consegnando alla giustizia i suoi ex amici. Gli ultimi guai risalgono al 2004 quando venne arrestato perché la sua cooperativa di pesca aveva raccolto in un anno 130 tonnellate di caparozzoli, in buona parte in un’area che lui non aveva in concessione. —
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