Maxi-evasione fiscale, società nei guai

Gruppo immobiliare di San Donà non ha pagato un milione e 400 mila euro
SAN DONA’. Maggiori ricavi per 1,4 milioni di euro, l’ufficio delle Entrate ricostruisce la rete di omessi versamenti Iva e la contabilità fiscale parallela di un gruppo immobiliare del Sandonatese che frodava il Fisco. La famiglia, che era titolare di una holding dalla quale dipendevano altre quattro società immobiliari che progettavano, realizzavano e vendevano edilizia residenziale e turistica, è stata oggetto di un lunga verifica fiscale dell’ufficio di San Donà nei confronti della capogruppo.


Capogruppo che aveva dichiarato negli ultimi 5 anni utili tra gli 11 e i 62 mila euro con una perdita di 67 mila euro nel periodo d’imposta 2002 a fronte di ricavi mediamente riscontrati pari a 5-7 milioni di euro derivanti dalla vendita. In sostanza il gruppo immobiliare incassava soldi in nero, di entità superiore a quanto risultava nelle dichiarazioni dei redditi. I verificatori dell’ufficio delle Entrate, che non hanno rivelato quale sia la la società oggetto delle verifiche, hanno trovato un file nell’archivio informativo della società dal quale si è scoperto che decine di appartamenti sono stati venduti con ricariche molto contenute in rapporto alla media commerciale del settore immobiliare. Un fatto giudicato subito piuttosto strano e decisamente sospettoso. E’ stato, dunque, passato al setaccio l’intero archivio informatico della società, dove è stato trovato un altro file con un nome che è parso scelto apposta per evitare collegamenti che servissero in caso di eventuale verifica fiscale. Nel file c’era un fitto prospetto di informazioni sulle compravendite degli ultimi anni. Vi si leggevano note relative ad appartamenti, ma anche box auto venduti, superfici e misurazioni con i prezzi al metro quadro e poi anche nomi di acquirenti e prezzi delle singole unità immobiliari.


I dati sono stati incrociati dai verificatori degli uffici che hanno messo a confronto i dati certi e quelli occulti. Ne è risultata la coincidenza di acquirenti e intestatari delle fatture di vendita degli immobili, ma con evidenti differenze negli importi realmente incassati. Il gruppo ha incassato in nero somme di molto superiori a quanto indicato nelle dichiarazioni dei redditi presentate in questi ultimi anni e l’Ufficio Entrate ha accertato anche omessi versamenti Iva pari a 103 mila euro. Sono pertanto state avviate le procedure per adottare misure cautelari (sequestro di immobili) sul patrimonio del gruppo, mentre è in corso il pattegiamento fiscale. Le verifiche eseguite dall’ufficio delle Entrate hanno toccato dunque uno dei settori più delicati e misteriosi dell’economia del Basso Piave, dove il mattone è diventato fonte di guadagno per molte società e famiglie. In questo settore prosperano diverse società, agenzie immobiliari, imprese costruttrici che formano in molti casi una casta impenetrabile grazie agli ingenti guadagni. Nel territorio sandonatese si continua a costruire, così come sul litorale e nella zona turistica, anche se per il momento l’invenduto è piuttosto consistente e soprattutto il mercato della prima casa è quasi fermo.

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