Marta si risveglia e parla con i genitori La mamma: «Ora possiamo sperare»

MOGLIANO
Il primo sorriso, è stato per mamma e papà. Poi ha ringraziato i soccorritori. Marta Novello si è svegliata e ha parlato con i genitori. La 26enne che lunedì sera è stata ridotta in fin di vita da una ventina coltellate inferte dalla furia assassina di un quindicenne lungo via Marignana, è stata risvegliata dal coma farmacologico indotto nel tardo pomeriggio di ieri. Una volta estubata, i primi volti che ha visto al suo capezzale, oltre a quelli dei medici e degli infermieri, sono quelli della mamma Chiara Quarti, del papà Luigi Novello e del fratello Giulio, che hanno vissuto queste ore attaccati al telefono, in attesa della chiamata. Si sono precipitati nel reparto di chirurgia cardio vascolare, per incrociare il suo sguardo.
«Siamo sollevati, la strada è ancora lunga, le prossime ore sono cruciali, portate pazienza per noi è un momento difficile». Chiara, la mamma di Marta Novello, è seduta nelle sedie fuori dal reparto di chirurgia vascolare, assieme al papà Luigi e al fratello Giulio. La ragazza si ricorda tutto. E’ riuscita perfino a pronunciare un «grazie» per i due operai che l’hanno soccorsa, nel fosso. I genitori hanno quasi paura di gioire, anche solo timidamente. Difficile credere nel lieto fine dopo tanto dolore tutto in una volta. Marta si trova ricoverata nella terapia intensiva di cardio vascolare, perché quella è una bolla Covid free, dove ci sono meno probabilità di incorrere in infezioni di sorta. I genitori sono stati chiamati dal personale medico, come da protocollo. E sono i primi volti, oltre a quelli dei medici, che la ragazza ha visto quando ha aperto gli occhi. E di cui ha chiesto, non appena è riuscita a dire qualche cosa. Mamma e papà, domandano rispetto per la loro privacy, in un momento tanto delicato e difficile. Perché Marta non è ancora fuori pericolo, anche se è in buone, anzi in ottime mani e tutti, dal primo all’ultimo, si prendono cura di lei. La buona notizia è che si è svegliata e che è cosciente. Piano piano sta riprendendo le funzioni vitali, sta ritornando a respirare autonomamente, ricomincia a sentire il suo corpo che porta i segni della violenza subita. Parla con gli occhi, più che con la voce, vorrebbe dire tante cose. Ma adesso è ancora troppo presto per lei.
Devono passare diverse ore prima di poter dire che è fuori pericolo, e soprattutto prima che possa essere sciolta la prognosi. «Siamo sollevati di averla vista» dice la madre «ma è un momento duro, portate pazienza». La stessa cosa che ripete il papà. Poche parole, che dicono gentilezza e dignità, anche nella sofferenza. Il resto, lo tengono per sè, per pudore. E ogni domanda risulta inopportuna, come la curiosità.
Nelle ore scorse Marta è stata sottoposta a un secondo intervento, dopo quello ai polmoni lacerati di lunedì notte. Ieri è stata la volta del secondo, quello per recuperare un tendine della mano, lesionato da un fendente.
La giovane è stata colpita in varie parti del corpo – come ha spiegato il direttore sanitario Stefano Formentini – soprattutto nella parte superiore, al volto e all’addome. Per questo è stata sottoposta anche a una laparotomia esplorativa. L’intervento al tendine del terzo dito della mano destra si è reso necessario perché per difendersi dall’aggressore deve avere alzato la mano. —
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