Marghera, vita multietnica nel segno della solidarietà

Il bilancio di un anno di attività dell’Etam, stasera in piazzale Martiri delle Foibe la cena sotto le stelle con gli abitanti provenienti da una miriade di nazionalità

MARGHERA. Nell’attesa della cena che si terrà stasera in piazzale Martiri delle Foibe e che dovrebbe costituire il culmine di un processo preciso di integrazione culturale e sociale che ha visto coinvolto il sempre più multietnico quartiere di Marghera, gli organizzatori del servizio Etam del Comune fanno il punto di una intera annata di lavoro a diretto contatto con il territorio e i suoi abitanti, evidenziando momenti positivi e difficoltà del loro operato. Il Servizio Etam-Animazione di Comunità e Territorio del Comune di Venezia, presente a Marghera da diverso tempo, nell’arco dell’ultimo anno si è impegnato nel progetto di riqualificazione della parte sud della città. Il programma, che ha già ricevuto l’assenso della Giunta della Regione Veneto, rappresenta una grande opportunità per la città che vedrà trasformare il suo territorio più a sud facendolo diventare la porta Sud della città di Venezia. «All’interno di questo grande progetto», spiegano i responsabili, «il servizio Etam sta seguendo la parte di riqualificazione sociale e culturale, attivando la partecipazione dei cittadini di Marghera ed in particolare il trasferimento degli abitanti degli alloggi delle Vaschette, il cui stato di degrado fisico e sociale ha dato avvio al programma di riqualificazione». Dai dati in possesso, fino ad oggi, dei 110 alloggi, fino al 2008 di proprietà del Demanio dello Stato e oggi quasi interamente del Comune, sono stati abbattuti 4 condomini. Altri lo saranno prossimamente dopo il trasferimento di 17 su 24 proprietari giuliano dalmati, unici abitanti rimasti in zona. Il trasferimento dei nuclei familiari in affitto si è già concluso invece nel 2011, con la risistemazione degli abitanti in altre aree tra Marghera e Mestre. Contemporaneamente, Etam ha avviato un percorso di ascolto, all’interno del progetto Porta Sud, per andare ad individuare insieme alla cittadinanza delle diverse generazioni, quali sono esigenze, risorse e idee in relazione alla trasformazione del territorio. “Affiancare al progetto più complessivo di riqualificazione di questa parte della città un intervento socioculturale”, spiegano, «Con la partecipazione dei cittadini, ha significato lavorare per attivare l’informazione, rendere consapevoli dei cambiamenti e di fatto far diventare soggetti protagonisti gli abitanti di questo territorio, cogliendo insieme opportunità e difficoltà che spesso le trasformazioni portano con sé». In questo ambito si colloca dunque anche la Cena in Rotonda di stasera, che, nella parole degli organizzatori: «Vuole rappresentare un momento per fare nascere nuove relazioni, un’occasione di conoscenza e di crescita del senso di identità collettiva».

Massimo Tonizzo

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