Marghera, in settanta al funerale del commercio

MARGHERA. Il “funerale” del commercio ieri ha mandato in tilt il traffico di piazzale Parmesan dalle 18 alle 19. La colorita manifestazione organizzata da Luigi Corò e dal suo comitato Marco Polo per la difesa del cittadino ha avuto gli effetti sperati. Una settantina di persone ha sfilato in fila indiana dietro al suo leader che al megafono urlava gli slogan, rallentando il traffico del nodo viario che già di per sé è intenso nelle ore di punta.
I manifestanti, camminando piano lungo la rotonda, quindi, hanno contribuito a rallentare la circolazione che già normalmente non è scorrevole tra le 18 e le 19. Il corteo era aperto da una bara, come simbolo del funerale del commercio di Catene che, secondo Corò e i suoi, sarebbe stato ucciso dalla pista ciclabile di via Trieste che ha sostituito i parcheggi della strada che collega Marghera con Chirignago. La manifestazione è stata resa particolare anche dalla colonna sonora, costituita dall’alternarsi dell’inno di Mameli e quello di San Marco.
«Protestiamo contro questa amministrazione comunale», ha detto il leader della manifestazione. Con chi ce l’ha? Il Comune di Venezia è privo di un sindaco e di un’amministrazione comunale da mesi... «Sì», ha risposto Corò, «ma la pista ciclabile di via Trieste è stata voluta dalle giunte che hanno governato la città negli ultimi anni e anche dal Consiglio di Municipalità che è ancora in carica».
La pista ciclabile per il capo della protesta ha ucciso il commercio perché, in un momento di crisi, ha eliminato i parcheggi. «Hanno eliminato persino i parcheggi per i disabili», ha aggiunto il leader della manifestazione, «come se i diritti dei cittadini più deboli potessero essere calpestati in questo modo. Siamo qui per testimoniare la nostra rabbia e per far capire che la gente non può essere calpestata con continui soprusi».
Tra i manifestanti anche Antonio Cavaliere e Lorenzo Toffanin di Forza Italia, due politici che sono stati protagonisti di lunghe battaglie contro la pista ciclabile di via Trieste. I due sostengono che negli ultimi anni sarebbero addirittura 18 i negozi che hanno chiuso tra via Trieste e il resto di Catene. «Dietro 18 esercizi commerciali chiusi ci sono posti di lavoro», hanno detto i due, «persone vere, non numeri. Lavoratori di serie B che non hanno nemmeno potuto beneficiare di cassa integrazione al contrario di quanto è successo per i dipendenti delle aziende del Petrolchimico».
Duro il commento del presidente della Municipalità Flavio Dal Corso: «La macabra manifestazione è, con ogni evidenza, solo una manifestazione politica. Sostenere la presunta morte del commercio in via Trieste e attribuirla alla pista ciclabile e agli interventi di riqualificazione e messa in sicurezza effettuati dall'amministrazione comunale è una bufala. In realtà, hanno anche aperto varie attività importanti come la medicina di gruppo, la sede dei 6 studi medici nell'ex mobilificio, o la pizzeria export, o il ristorante bar al parco che tra poco inizierà e sarà aperto al pubblico L'impegno per la prossima amministrazione è di finanziare la prosecuzione della pista».
(ha collaborato Massimo Tonizzo)
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