Manca il responsabile tecnico, sospeso un parrucchiere a Venezia
Il negozio, in corso del Popolo 94, aveva già ricevuto una diffida. L’assessore al Commercio Costalonga: «Sostengo con forza la necessità di un patentino civico linguistico per le persone straniere che intendono aprire un’attività economica sul nostro territorio»

A Venezia, in corso del Popolo 94, è stata sospesa l’attività di un parrucchiere. Il negozio aveva già ricevuto una prima diffida per l’assenza del responsabile tecnico. Il negozio è a conduzione straniera.
“Il Regolamento per l’esercizio dell’attività di acconciatore, barbiere, estetista, tatuaggio e piercing” prevede che in ogni attività sia garantita la presenza continuativa del responsabile.
«Possono sembrare cavilli burocratici complessi o eccessivamente severi – commenta l’assessore al Commercio e alle Attività Produttive Sebastiano Costalonga – in realtà si tratta di norme precise finalizzate prima di tutto a tutelare la sicurezza dei consumatori (chi vorrebbe farsi tagliare i capelli da un parrucchiere sprovvisto della necessaria abilitazione professionale?) e a garantire anche gli operatori stessi che devono poter lavorare in una situazione di concorrenza leale e qualificata».
«Di certo le norme e i regolamenti – continua Costalonga – sono spesso articolati e prima ancora di essere attesi, devono essere capiti».
La proposta di Costalonga
A questo proposito Costalonga spiega: «È per questo che sostengo con forza la necessità di un patentino civico linguistico per le persone straniere che intendono aprire un’attività economica sul nostro territorio, un patentino che, alla conoscenza della lingua italiana, abbini una competenza di base per quanto riguarda la vigente legislazione del commercio».
I controlli sulla paccottiglia
I controlli delle forze dell’ordine stanno continuando anche per quanto riguarda la lotta alla “paccottiglia” in tutte le zone tutelate.
Verifiche particolari sono state richieste dagli Uffici del Commercio per Rialto, San Lio e San Barnaba in cui negozi autorizzati per la vendita di specifiche categorie merceologiche stanno introducendo al loro interno articoli vietati dalla normativa.
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