“L’Uovo di Colombo” chiude l’attività

MARGHERA. Il commercio di Marghera perde, si spera però solo temporaneamente, una delle attività che, in poco più di un anno, era riuscita a conquistare un posto di rilievo non solo a livello locale,...
Agenzia Candussi. Giornalista: Tonizzo. Descrizione: Giuseppe Mastromatteo, titolare dell'osteria All'Uovo di Colombo, Marghera
Agenzia Candussi. Giornalista: Tonizzo. Descrizione: Giuseppe Mastromatteo, titolare dell'osteria All'Uovo di Colombo, Marghera

MARGHERA. Il commercio di Marghera perde, si spera però solo temporaneamente, una delle attività che, in poco più di un anno, era riuscita a conquistare un posto di rilievo non solo a livello locale, con recensioni positive arrivate perfino dalla stampa internazionale. Un cartello di chiusura posto all’ingresso dell’Osteria “L’uovo di Colombo”di via Paoluci già durante le festività natalizie aveva allarmato gli affezionati clienti di un o dei locali che proponevano con successo anche in terraferma il cibo tipico veneziano, ma a dare lo stop si spera provvisorio al locale è stato una settimana fa lo stesso gestore del locale, Giuseppe Mastromatteo dalla pagina facebook dell’Osteria.

«La nostra storia – scrive – e’ terminata il 31/12/2015. Grazie e un caloroso abbraccio a tutti. Sono onorato di avervi conosciuto ,ci vediamo in giro per le cucine del mondo». Il motivo, una volta tanto, non è legato a crisi economiche, ma alla nuova avventura di Mastromatteo che, entrato nello staff che curerà il rilancio dello storico caffè all’Orologio di piazza Ferretto a Mestre, non aveva più il tempo di gestire entrambe le attività. «Per ora – dice – l’Osteria resta in stand-by, in attesa di chi possa essere seriamente interessato». Il locale era stato citato dal “Guardian” pochi mesi dopo l’apertura come alternativa buona ed economica per scoprire il cibo veneziano anche in terraferma. «E’ un peccato – dice Piero Dall’Agnola, vicepresidente Ascom – ogni qualvolta chiude una attività rilanciata da giovani di buona volontà e che hanno cercato di sfruttare una loro idea positiva, soprattutto perché, in questo caso, viene a mancare un ristorante che poteva fungere da punto di rilancio dell’intera area. Spero che ci sia chi voglia investire presto per una riapertura con le stesse caratteristiche e qualità». Massimo Tonizzo

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