L'ultimo giorno della libreria Fantoni
«Chiudiamo, non ce la facciamo a pagare l'affitto. Nessun aiuto dal Comune»
Una furtiva lacrima scende sul volto di Edoardo De Götzen mentre guarda la foto della madre, Silvana Cuttica, una delle fondatrici della storica libreria Fantoni, da ieri chiusa per sempre. Aperta da Mario Fantoni a metà degli anni Settanta la libreria era conosciuta in tutta la città. Ieri mattina giornata da «stringere il cuore» per Edoardo e il socio che da dieci anni lavorava con lui, Antonio Vergara, di origini cilene. Nel 1901 nasce a San Giuliano Mario Fantoni. Quasi analfabeta il ragazzo inizia a lavorare in una tipografia e si appassiona al lavoro tanto da fondare lui stesso una tipografia, prima a Venezia e poi a Martellago, dove vengono stampati i libri della casa editrice Electa. Successivamente, una volta in pensione, si rivolge alla moglie dell'amico avvocato Ernesto De Götzen e le domanda: «Silvana, vuoi che apriamo una libreria?». Detto fatto, entusiasti entrambi, si buttano a capofitto in questa avventura, ma serve la licenza. Silvana non si silascia scoraggiare, si rimbocca le maniche e inizia a studiare dando l'esame dopo pochi mesi. «La licenza - racconta il figlio Edoardo, spostandosi tra uno scatolone e l'altro - arrivò durante il periodo di Natale. C'era un clima di festa nell'aria e mia mamma accolse la notizia come un regalo». Frequentata abitualmente da veneziani, ma anche da personaggi famosi come Carla Fracci, Ottavia Piccoli, Peter Weller e Hugo Pratt, la libreria chiude i battenti per tre motivi principali: affitto, fenomeno Amazon e disinteresse del Comune. Il locale, in affitto in parte dall'Ire e in parte da un privato, è aumentato di quasi di tre volte: si passa dagli 800 ai 2.900 euro dell'Ire e dai 300 ai 700 euro del privato. Inoltre, spiega Vergara, le persone ultimamente entrano in libreria, guardano i libri, tornano a casa e li comprano su Internet. Al posto della libreria si aprirà una tabaccheria che sembra voler riservare una parte del negozio alla vendita di libri, ma comunque il problema rimane a monte: «Il Comune dovrebbe appoggiare le librerie, non è la prima che chiude».
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