L’orrore dei lager rivive nelle parole di Antonio Boldrin
SALZANO. Nei giorni scorsi gli studenti hanno potuto conoscere da vicino l’esperienza dei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale. Stavolta non c’era il docente di storia dietro la cattedra ma un ex deportato, Antonio Boldrin, quasi 96enne di San Pietro di Stra, che ha partecipato in teatro a Robegano a un incontro-dibattito con gli studenti di terza media della “Dante Alighieri” di Salzano.
E domani alle 16.15, Boldrin sarà a Noale, nella sede Auser (Mercati Nuovi), per incontrare i soci e non solo.
La vicenda della matricola 40481 ad Auschwitz-Birkenau è stata raccontata in un libro di Silvia Muzzati, “Il coraggio di ricordare”. L’iniziativa rientrava nel progetto “Educare alla cittadinanza e ai diritti umani” curato dalla professoressa, Monica Travagin. «L’intervento è stato bello» raccontano i ragazzi «ma anche forte da un punto di vista emotivo. Stupisce la forza che Boldrin ha di parlarne senza finire in lacrime». Il 96enne faceva parte del Sonderkommando, un reparto che aveva il compito di condurre le persone nelle camere a gas. Ogni 90 giorni, i componenti del gruppo venivano sterminati. Anche Boldrin era destinato a questa fine ma quando mancava poco alla scadenza, arrivava sempre l’ordine di mandarlo a lavorare in un altro campo. Così è riuscito a salvarsi. Poi gli hanno cambiato mansione e quando un giorno sembrava tutto perduto e lui destinato a essere impiccato, sono giunti i russi a salvarlo. Conserva ancora una piastrina con il proprio numero. Una lezione diversa, una testimonianza di forte impatto. —
Alessandro Ragazzo
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