L’omaggio a Claudio Abbado con l’Orchestra della Fenice
INVIATA A SANREMO. «La bellezza salverà il mondo e lo farà una persona alla volta» . Le parole di Claudio Abbado risuonano a un mese esatto dalla morte del grande direttore d’orchestra dentro il tempio della musica popolare italiana, che rende omaggio nel nome della bellezza e del talento al musicista. «Sognava di portare la musica alla gente povera non solo all’elite, “la cultura per i poveri non può essere una povera cultura”, diceva» ricorda il maestro Diego Matheuz, che Abbado volle accanto a se come collaboratore, trasformando un violinista in un direttore. È lui che dirige l’ Orchestra del teatro La Fenice di Venezia sul palco dell’Ariston, dove lancia un appello per la salvezza dell’Orchestra Mozart, l’ultimo e più caro progetto di Abbado, colato a picco per mancanza di fondi pochi giorni prima della sua morte: «Abbiamo bisogno del vostro aiuto per portarla avanti: Claudio ne sarebbe felice». Fabio Fazio dà il via così, con la musica classica a fare da contrappunto alle canzoni, alla terza serata del Festival di Sanremo.
È il giorno in cui i 14 big scendono in campo con le canzoni selezionate dal pubblico e dai giornalisti accreditati durante le prime due serate sulle 28 presentate, un verdetto che in alcuni casi ha lasciato un sapore amaro, come nel caso di Cristiano De Andrè, visibilmente contrariato per l’eliminazione di “Invisibili” a favore di “Il cielo è vuoto”, o si è rivelato una sorpresa, come è stato per Ron, che ha visto scartata la più intimista “Un abbraccio unico” a favore di un pezzo folk come “Sing in the rain”. Per i campioni è il giorno in cui comincia la vera gara: si sfidano Renzo Rubino con Ora; Giuy Ferreri con Ti porto a cena con me; Frankie Hi-Nrg Mc con Pedala; Cristiano De Andrè con Il cielo è vuoto; Raphael Gualazzi e The Bloody Beetroots con Liberi o no; Francesco Sarcina con Nel tuo sorriso; Perturbazione con L'Unica; Francesco Renga con Vivendo adesso; Riccardo Sinigallia con Prima di andare via; Noemi con Bagnati dal sole; Antonella Ruggiero con Da lontano; Arisa con Controvento; Ron con Sing in the rain; Giuliano Palma con Così lontano.
Grande spettacolo, in un appuntamento scivolato nella seconda serata, con Renzo Arbore, tornato all’Ariston 28 anni dopo “Il clarinetto”, mentre per raccontare la bellezza della Terra vista dallo spazio è salito sul palco, applauditissimo, Luca Parmitano, l’astronauta italiano che per sei mesi, dalla Stazione spaziale internazionale, ha raccontato con le sue foto via twitter le meraviglie dello spazio. Grande ospite internazionale, dopo Rufus Wainwright, è stato il cantautore irlandese Damien Rice, di cui il maestro Matheuz ha confessato di essere «un grande fan». A dimostrazione che la musica può unire mondi che sembrano lontanissimi.
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