Locali pubblici nel mirino «Attenti, la mafia in città»

Manifesti anonimi contro tre ristoratori: presentata una denuncia ai carabinieri Auto bruciata al titolare del Palco, indagini affidate ai poliziotti della Digos
Di Carlo Mion
Bar Il Palco, piazza Battisti, Mestre - nella foto il titolare Stefano Ceolin
Bar Il Palco, piazza Battisti, Mestre - nella foto il titolare Stefano Ceolin

Manifesti contro le pizzerie e le imprese di onoranze funebri. Poi il tentativo di incendiare l’auto del titolare de “Il Palco”. In città c’è fermento e lavoro per le forze dell’ordine.

Da una settimana in diversi punti della città qualcuno ha appeso ai muri dei cartelli, scritti a mano, nei quali si attaccano alcuni locali pubblici sostenendo che a Mestre i cittadini si devono “svegliare” perché è arrivata la “mafia”. Nel testo scrive in stampatello e a grandi caratteri tre nomi di altrettanti locali: Pizzeria da Pino, Kofler e Fratelli la Bufala. Sempre sul manifesto è scritto di evitare questi tre locali.

Di sicuro ai carabinieri è già stata presentata una denuncia. A farlo è stato il responsabile della pizzeria Fratelli La Bufala, ma non è escluso che alle forze dell’ordine si siano rivolti anche i direttori degli altri due locali. Uno dei manifesti è già stato sequestrato mentre si cerca di capire quanti ne siano stati messi in città e se magari siano stati attaccati in luoghi dove c’è un sistema di videosorveglianza che ha ripreso chi lo ha fatto.

Nell’ultimo fine settimana è stata la volta dell’attacco alle imprese di onoranze funebri. Questo un tema già al centro, in passato, di delazione e indagini con tanto di condannati per diffamazione. In questo caso il manifesto è stato scritto con il computer. Come in passato nello stesso si sostiene che i funerali a Mestre costano troppo e che quei prezzi non sono giustificati perché tanto materiali e servizio utilizzati sono gli stessi di un funerale meno caro. Il delatore spiega che non sono giustificati funerali che costano 5-6mila euro. Stando all’estensore del manifesto si tratta di funerali che hanno un valore pari a un quarto di quelle cifre. Sempre chi ha scritto sottolinea di non essere un impresario funebre ma di essere uno che legge i giornali da dove apprende che gli onesti vanno in prigione e i disonesti restano fuori.

Anche in questo caso l’estensore invita i mestrini a “svegliarsi”.

Sul fronte del tentativo di dar fuoco all’auto di Stefano Ceolin, ieri gli agenti della Digos hanno fatto visita al titolare del ristorante chiedendogli se aveva un’ idea o qualche sospetto che potessero essere utili all’identificazione del responsabile. E anche ieri il ristoratore ha ribadito alla polizia che per lui si tratta di un atto vandalico, non diretto alla sua persona.

Le indagini comunque continuano.

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