Locale chiuso da oltre tre mesi: arriva la bolletta dei rifiuti da 3.200 euro

FIESSO D’ARTICO. «Ho ricevuto la bolletta di Veritas che ci intima di pagare per il conguaglio di tutto il 2020 per lo smaltimento dei rifiuti, 3.200 euro. Siamo chiusi da oltre 100 giorni. La bolletta l’ho strappata e gettata nel cestino. Siamo rovinati per colpa di queste chiusure e ci chiedono soldi anche se siamo chiusi. È una vergogna, non la pago». A fare la voce grossa è Elena Barbato, 30 anni, una dei titolari della storica trattoria Da Primo. Il locale si trova in via Pioghella a Fiesso D’Artico. È molto conosciuto per la qualità dei piatti preparati.
«La trattoria è aperta», racconta la giovane, «dal 1954. Da oltre 10 anni la gestione è passata alla mia famiglia. La pandemia ci ha letteralmente rovinato. Con mio papà che ha un altro ristorante a Busa di Vigonza tiriamo avanti con un po’ di vendita per asporto, ma il rischio di chiudere tutto è dietro l’angolo. Siamo bloccati dal 22 ottobre 2020 alla sera e da 3 mesi anche a pranzo. È un incubo che non finisce più. I vaccini vanno a rilento. Siamo a zero fatturato ma le bollette l’affitto e le tasse le dobbiamo pagare».
Elena Barbato e racconta che da mesi l’affitto del locale è in arretrato e non viene pagato, grazie alla pazienza proprietari che sperano in tempi migliori. Ora però arrivano anche tasse e le bollette. «Ci è arrivata in questi giorni», continua, «la bolletta Veritas: vogliono 3.200 euro. La quota costi fissi dell’mporto è preponderante. Gli svuotamenti dei rifiuti per la nostra attività commerciale l’anno scorso di fatto erano stati quasi azzerati. Questo balzello insopportabile non lo pagheremo mai. È una vergogna. Questa bolletta la strappo e le getto nel cestino, adesso basta».
La ristoratrice spiega che i ristori sono stati irrisori, un’altra vergogna. «Per il periodo da maggio a novembre 2020», aggiunge, «periodo che secondo lo Stato eravamo aperti, abbiamo ottenuto ristori-rimborsi per la nostra attività pari a 2.800 euro. Una totale presa in giro. Siamo ormai allo stremo. Non ce la facciamo più ad andare avanti. Non siamo stati minimamente aiutati ma solo penalizzati più di altri settori, Adesso basta. Le tasse ingiuste che arrivano finiranno tutte nel cestino».
Interpellata dopo la protesta della ristoratrice, Veritas dà la propria versione. «Da tre anni le cartelle in questione non venivano pagate» replica l’azienda. «Erano state proposte, anche con dei solleciti, riduzioni del 25 % degli importi visto il periodo, ma a questi solleciti non era mai stata data risposta. Va detto poi che Veritas è solo esattrice di tasse come la Tari, che sono fissate dai Comuni». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia