Lite mortale, poi rischio linciaggio

Ucciso da 5 coltellate, le fasi della caccia all'indiziato
LA VITTIMA Damiano Nordio
LA VITTIMA Damiano Nordio
 
MESTRE.
Non è ancora stato chiarito il movente dell'omicidio di Damiano Nordio, il 28enne di Chioggia morto nella notte tra sabato e domenica in seguito alle coltellate inferte dal 31enne Cristian Carisi, «vecchio amico» d'infanzia. Una volta fermato Carisi avrebbe ammesso di aver accoltellato Nordio, ma si sarebbe giustificato dicendo di averlo fatto per difendersi. I carabinieri della compagnia di Chioggia guidati da Vito Franchini e i colleghi del Nucleo investigativo di Mestre coordinati da Enrico Risottino continuano intanto a sentire le testimonianze della quindicina di testimoni del delitto. Testimonianze discordanti, che non aiutano a delineare un quadro univoco. Ecco perchè si conta soprattutto sull'esito dell'autopsia e sull'analisi dei reperti (l'arma del delitto, recuperata dai sommozzatori dei vigili del fuoco nel canale Fossetta, impronte, tracce biologiche) inviati al Ris di Parma per contribuire a ricostruire i fatti. Al momento non è stato chiarito il movente. Nordio e Carisi erano amici di vecchia data, entrambi con piccoli precedenti per reati patrimoniali, fatti di droga e legati alla pesca. Non si è capito cosa possa avere scatenato l'iniziale colluttazione, durata pochi minuti, degenerata poi nell'omicidio. Nordio è stato colpito da almeno cinque colpi, soprattutto al torace. Quale può essere stato il motivo scatenante? Anche Carisi, però, aveva una ferita da arma da taglio al braccio sinistro. Le testimonianze su chi sia il possessore del coltello sono discordanti. Sarà il confronto tra le testimonianze e i riscontri delle attività tecniche a fornire una risposta più chiara.  All'indomani del fatto, infine, emerge anche l'importanza della tempestività d'intervento dei carabinieri e l'ampio spiegamento di forze finalizzato a evitare una caccia all'uomo tipica della legge del taglione. Soccorso dall'ambulanza Nordio è infatti stato accompagnato, rantolante, ma ancora vivo, al pronto soccorso di Chioggia. E' morto una ventina di minuti più tardi, dopo alcuni inutili tentativi di rianimarlo.  Nel frattempo davanti al Pronto soccorso si era radunata una nutrita schiera di amici e parenti. Parallelamente alla notizia della morte di Nordio hanno cominciato a diffondersi allarmanti intenzioni di vendetta. A questo punto i carabinieri hanno mobilitato tutte le loro forze (una ventina di militari) e grazie anche al supporto del commissariato di Chioggia sono riusciti da un lato a controllare la folla, dall'altro a cercare di individuare quanto prima Cristian Carisi. Il 31enne, infatti, prima si era allontanato in scooter. Poi, saputo della morte di Nordio, aveva abbandonato il mezzo ed era scappato con una bicicletta, rintanandosi in una via buia. Grazie alla mediazione della madre, contattata dai carabinieri, il giovane, sentitosi braccato da chi avrebbe voluto fargliela pagare subito, ha accettato di consegnarsi ai carabinieri, che nel frattempo l'avevano localizzato dalle parti di via Alga.  

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