L’ira dell’opposizione «Murazzi privatizzati operazione scellerata»

Murazzi privatizzati? Lo ipotizza l’opposizione che porterà in Consiglio comunale una mozione in cui si chiedono spiegazioni sull’avvio dell’iter per privatizzare una parte del marciapiede prospiciente all’hotel Mosella in cui si trovano anche i murazzi storici di Sottomarina. La giunta sostiene che nessuna porzione di territorio pubblica sarà data in concessione esclusiva a nessuno e che la caletta (il passaggio pedonale tra il murazzo e le case) sarà chiusa solo nelle ore serali, obbligando però il privato a realizzare un collegamento pedonale dalla parte opposta dove oggi non esiste. La mozione è stata firmata da sei consiglieri, Marco Dolfin (Lega), Jonatan Montanariello e Barbara Penzo (Pd), Romina Tiozzo (Chioggia è libera), Beniamino Boscolo (FI) e Maria Chiara Boccato (ex Cinque stelle, ora indipendente).
«Con grande sconcerto», spiegano i firmatari, «abbiamo appreso che l’amministrazione ha avviato l’iter per la privatizzazione del marciapiede del murazzo davanti il Mosella. Un’operazione incomprensibile perché se andrà a termine aprirà la strada a richieste di altri imprenditori e di altri cittadini di avere l’uso esclusivo del marciapiede davanti casa per evitare schiamazzi o altro. Stiamo parlando di un’area pubblica da tutti riconosciuta come patrimonio culturale e morale della città, un ambito di particolare valenza storica che va preservato. Da un lato l’amministrazione grillina si esalta per l’acquisizione del Forte San Felice per restituire un patrimonio storico alla collettività, dall’altro privatizza un marciapiede che da secoli è a disposizione della città e che guarda caso rappresenta il percorso storico per poter accedere a tanta bellezza...».
La mozione prende spunto da una delibera del 13 dicembre in cui la giunta esprime il parere per una conferenza dei servizi finalizzata al rilascio della concessione regionale sull’area pubblica prospiciente al Mosella. Il vicesindaco Marco Veronese conferma che la giunta ha rilasciato parere favorevole, ma precisa che non si tratta di una privatizzazione. «È la Regione che ha competenza su questo ambito», spiega Veronese, «perché si tratta di area demaniale marittima e il Comune è stato chiamato a esprimere unicamente un parere sul passaggio pedonale. A oggi il marciapiede sul lato ovest di via San Felice si interrompe 150 metri prima della zona in oggetto e tutti i giorni i pedoni, pur se non correttamente, sono costretti a invadere la pista ciclabile, con tutti i pericoli del caso. Il Comune, tenuto conto di questo problema di sicurezza, ha ritenuto di concedere il nulla osta alla chiusura del tratto di “calletta” solo in orario serale, come del resto già avviene per la vicina Batteria Mosella. L’intervento dovrà essere realizzato in due lotti funzionali, il primo dei quali ha già ottenuto parere favorevole dalla Salvaguardia.
Il secondo stralcio, che prevede il congiungimento con il marciapiede esistente a fianco della pista ciclabile, deve ancora essere presentato agli enti competenti, tra cui Soprintendenza e Salvaguardia. La prescrizione prevede che il privato realizzi un alternativo collegamento pedonale completo, di 208 metri, che dovrà essere collaudato e dichiarato agibile dagli uffici comunali, nel rispetto di quanto dirà la Soprintendenza». —
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